Schumi, il piano per l'addio

Todt, dopo la corsa di Monza, spiegherà tutti i retroscena della svolta. Via anche il dt Ross Brawn, Montezemolo studia l'organigramma futuro.

MILANO, 5 settembre 2006 - La situazione è paradossale. Perché domenica a Monza si corre un GP che potrebbe dare una indicazione assai chiara sulle reali possibilità di Michael Schumacher di conquistare l’ottava corona iridata. Oppure potrebbe spingere la Ferrari, che si trova in questo momento a sole due lunghezze dalla Renault, a concentrarsi esclusivamente sul campionato costruttori. Una gara chiave dunque, eppure gran parte dell’attenzione sarà per un annuncio programmato a corsa conclusa: quando finalmente si saprà la coppia di piloti Ferrari per l’anno prossimo, svelando di conseguenza il grande mistero dell’estate, ovvero il futuro di Schumi. Così, è presumibile che dopo la tradizionale invasione di pista e la corsa sotto il podio, molti tifosi ferraristi resteranno lì, magari seduti con la schiena appoggiata al guard-rail opposto al muretto dei box, in attesa di una notizia che rischia di offuscare anche l’ordine d’arrivo del 77° Gran Premio d’Italia. Oddio di mistero è ormai arduo parlare perché con il trascorrere delle settimane è apparso sempre più chiaro che il tedesco, dopo 15 anni di F.1, ha deciso di dire basta, lasciando il proprio, prezioso volante a Kimi Raikkonen che affiancherà così Felipe Massa.

SCALETTA - Però che si stia per vivere una tappa importante nella gloriosa storia ferrarista lo dimostra il fatto che, dopo aver presenziato lunedì sera a Venezia alla festa per il centenario della Lancia, Luca di Montezemolo è corso subito a Maranello, dove la sua presenza in questi ultimi tempi è stata piuttosto assidua. Il presidente della Fiat, che è anche il numero 1 della rossa, è intervenuto di persona per mettere a punto la struttura del dopo Schumacher che dovrebbe vedere fuori dai ruoli operativi anche Ross Brawn. Una ristrutturazione inevitabile ma anche delicata perché va a modificare un’ossatura che è rimasta pressoché invariata dal ’97 quando dalla Benetton arrivò il progettista Rory Byrne ad affiancare lo stesso Brawn, già direttore tecnico.

L’ANNUNCIO - Montezemolo sarà a Monza come di consueto per le prove ufficiali ma terrà la bocca cucita sul futuro ferrarista per lasciare pilota e squadra tranquilli in un fine settimana appunto delicato per la corsa al titolo iridato. Infatti, se fosse dipeso da Schumacher, l’annuncio sarebbe addirittura stato posticipato alla conclusione del campionato, perché Michael vuole restare concentrato al 100 per cento sulla lotta iridata. Ma quando il titolo si è riaperto, i dirigenti si erano ormai esposti. "Nei test dell’altra settimana - ha fatto sapere Michael attraverso il proprio sito Internet - abbiamo raccolto dati importanti che fanno ben sperare. Bisognerà comunque aspettare e vedere come si evolverà la gara, specialmente dopo le recenti esperienze (Ungheria e Turchia; n.d.r.)". Anche perché le previsioni del tempo regionali non annunciano granché di buono proprio per domenica. "Sono tuttavia di buon umore - ha aggiunto il tedesco - e come me tutta la squadra e facciamo affidamento sul sostegno dei tifosi (già tantissimi i camper tedeschi che ieri stazionavano intorno al parco; n.d.r.). Nella classifica dei costruttori non siamo poi così lontani e anche tra i piloti tutto è possibile. Dobbiamo attaccare e i nostri sostenitori possono stare certi che ce la metteremo tutta". Dunque l’annuncio dei piloti che correranno con il Cavallino si saprà soltanto una volta che sarà calata la bandiera a scacchi, quando la Ferrari emetterà un comunicato stampa. Toccherà poi a Jean Todt, nella conferenza stampa post GP spiegare i risvolti di questa decisione, anche se è comunque previsto un intervento dei piloti.

SOTTO TONO - Paradossale è anche la situazione in cui si trova il pilota che dovrà succedere a Schumi in Ferrari. Perché Kimi Raikkonen arriva a Monza dopo una stagione di alti e bassi, che lo vede ancora a digiuno di vittorie (cosa che non gli succedeva dal 2002, alla prima stagione in McLaren). Una situazione dovuta in gran parte al team che non è riuscito a bissare l’impresa dell’anno scorso quando trasformò la MP4/20 nella macchina più vittoriosa della stagione (10 successi su 19 corse), e in parte per colpa dello stesso pilota che ha compiuto un clamoroso errore a Budapest, quando poteva tranquillamente centrare la vittoria. Tempi grami per Kimi che viene snobbato anche a casa sua: in questi giorni la stampa finlandese è tutta concentrata su Schumacher, il campionissimo che lascia. Mentre il fatto che sia l’idolo locale a sostituirlo, viene considerata ormai notizia datata.