Ingiusta giustizia

Immunità ai piloti McLaren “per fornitura di prove”.
È questa l’ultima vergognosa trovata dei tribunali sportivi.

14 settembre 2007. - Immaginate Frankie Dettori che conquista l'Arc de Triomphe su un purosangue drogato. Il cavallo viene squalificato, al fantino resta la vittoria. Immaginate (e non serve troppa fantasia) una Juve condannata alla serie B, però i suoi campioni con lo scudetto da mostrare orgogliosamente sul petto. Pare una pagina di Beckett, siamo al teatro dell’assurdo.

Si chiama immunità per fornitura di prove, è l’ultima vergognosa invenzione dell’ingiusta giustizia sportiva. Il 21 ottobre in Brasile saranno Hamilton o Alonso a celebrare un Mondiale piloti figlio non già del sospetto, ma della certezza assoluta: la McLaren ha barato, traendo vantaggio dai segreti industriali rubati alla Ferrari. Lo ha certificato il folcloristico tribunale della F1, lo stesso che a luglio non se l’era sentita di sanzionare il colosso anglo-tedesco preservando (come ieri) il business a dispetto delle regole. «Non finisce qui», aveva annunciato Luca Montezemolo.

C’erano già allora prove evidenti, bastava volerle analizzare. Ora al team sono stati tolti i punti, tutti. L’illecito sportivo è documentato. Ma i piloti no, loro non pagheranno: colpevoli, pentiti e vergini. Sapevano e si scambiavano e-mail compromettenti. È bastato che «collaborassero» per cancellare il peccato originale.

La Ferrari avrà un indennizzo materiale, il Mondiale Costruttori. Che resta negli albi d’oro e produce milioni (non quei 100 di multa alla McLaren, che arricchiranno gli onnivori bilanci della Fia). Vale di più il risarcimento morale: Maranello aveva ragione e ha fatto bene a non cedere, il Consiglio della federazione motoristica finalmente l’ha ammesso. Raikkonen e Massa hanno gareggiato a handicap, in una sequenza di corse truccate. Ma la sentenza parigina è comunque inaccettabile perché pilatesca, non rende giustizia, al contrario crea un pericoloso precedente. D’ora in poi i piloti si sentiranno immuni da responsabilità, liberi di barare impunemente. Purché collaborino. È il prezzo dell’ipocrisia, del peggior compromesso politico. Troppo importante il Grande Circo delle monoposto per concedersi una sanzione esemplare, un salutare bagno di pulizia. Meglio accontentare tutti con una logica perversa da vecchia Repubblica, alla democristiana. Spartitevi i trionfi, uno a testa, e basta lamentele. Il business reclama serenità, pazienza se la morale viene calpestata.

Avanti così. Si ripartirà, l’anno prossimo, come se nulla fosse successo. Con la McLaren «sotto osservazione», che non significa proprio nulla. Tutti dovrebbero essere, sempre, sotto osservazione. Sembra una stangata, invece la sentenza dei «togati laici» della F1 è soltanto un papocchio giuridico. Avremmo detto «la solita Italia», se l’avesse presa la nostra Cassazione.

 

(La Stampa.it)