Blardone più forte di Bode Miller
trionfo nel gigante di Beaver Creek

Ottima prova dell'atleta piemontese che conquista il terzo successo in carriera
Secondo il norvegese Svindal, terzo Ligety (Usa). Sette italiani nei trenta

BEAVER CREEK (Usa), 2 dicembre 2006. - Meglio di così non poteva andare per Massimiliamo Blardone, il supermax delle nevi: ha dominato a Beaver Creek il primo gigante di coppa del mondo della stagione lasciandosi alle spalle il norvegese Axsel Svindal e l'americano Ted Ligety, tutti e tre racchiusi in soli sette centesimi di secondo ma con il piemontese ben saldo al comando.

Per Blardone, 29 anni è il terzo successo in carriera a cui si aggiungono ben altri sei podi, tutte piazze d'onore a testimonianza non solo di un grande talento ma anche di una grande costanza di rendimento. Max Aveva già vinto l'anno scorso ad Adelboben ed in Alta Biadia, sui tracciati più difficili e duri del circuito del circo bianco. Blardone, infatti, ama le forti pendenze. "Oggi qui a Beaver Creek - ha detto non a caso - non era difficile la pista. Erano difficilissimi gli avversari, tutti molto aggressivi".

Secondo dopo la prima manche a soli 9 centesimi da Bode Miller - lo scatenato crazy boy made in Usa che sulle nevi di casa voleva bissare il successo ottenuto ieri in discesa - per Max è stata una gara al cardiopalmo, tiratissima. Anche perchè, davanti a lui, nella seconda manche il norvegese Axsel Svindal aveva fatto un garone. Max ha fatto la differenza sui due grandi muri della pista "Uccelli da preda" ed ha rischiato anche di compromettere tutto per una sbandata sulla compressione tra le due pendenze. Ma si è ripreso portandosi al comando. A questo punto Bode Miller ha capito che, se voleva fare bis, doveva più che mai rischiare il tutto per tutto. E l'americano non si è tirato indietro anche se la forza di Max lo ha costretto all'errore tanto da chiudere solo in 12 esima posizione.

"Naturalmente sono strafelice e devo dire che il salto di qualità l'ho fatto cambiando materiali", ha detto ancora Max a fine gara riferendosi al fatto di essere passato anche lui da sci francesi a quelli più famosi made in Austria. "Ora aspetto soprattutto il gigante dell'Alta Badia, ci vado bello carico e ben aggressivo", ha aggiunto il piemontese.

La vittoria di Blardone consola poi per l'uscita anticipata di scena di Peter Fill a poche porte dalla conclusione della prima manche, quando aveva un tempo strepitoso: un errore sul piano e via, non c'è stato niente da fare per il sudtrolese. Fill ha così perso il primato nella classifica generale di coppa del mondo. Ora è terzo a 184 punti mentre al comando c'è il norvegese Svindal con 221 seguito dallo svizzero Didier Cuche con 204.

Per l'Italia quella di oggi è stata comunque una gran giornata con ben sette gigantisti azzurri piazzati in classifica: il ct Flavio Roda può davvero essere soddisfatto. Si tratta, oltre a Blardone, di Davide Simoncelli con un ottimo 6. posto, Giorgio Rocca 13., Roberto Alessandro 15, Alberto Schieppati 23. e Michael Gufler 29 esimo. L'Italia è la squadra più forte di gigante.

La grande sconfitta è invece la superpotenza austriaca che nelle cinque gare sinora disputate in Nord America non ha mai vinto. Il più bravo oggi - si fa per dire - è stato Rainer Schoenfelder che ha chiuso però in ottava posizione. Ancora più indietro sono finiti Herman Maier e Benjamin Raich, decinmo ed undicesimo.

Domani la trasferta di Beaver Creek si chiude con lo slalom speciale: Tocca a Giorgio Rocca aumentare il bottino di podi sinora ottenuto dall'Italia: 1 vittoria con Blardone tre terzi posti con Nadia Fanchini e Peter Fill in discesa e lo stesso Giorgio Rocca in slalom.

Donne. La pista olimpica di Lake Louise continua a portare fortuna a Lindsey Kildow. L'americana di Vail, seconda venerdì nella prima discesa di Coppa del mondo, ha regolato le avversarie nella seconda discesa prevista sul tracciato canadese con distacchi d'altri tempi nei confronti delle avversarie. Lindsey ha concluso il percorso col tempo di 1'48"84, ben 1"33 meglio di Renate Goetschl (seconda), mentre Anja Paerson (terza) ha limitato i danni con un distacco di 1"72.

Buoni segnali arrivano in chiave italiana dalla famiglia Fanchini: Elena, rivelatasi al mondo esattamente un anno fa vincendo su questa pista, ha rirovato competitività con un buon settimo posto; sua sorella Nadia, terza venerdì, ha commesso qualche errore di troppo finendo quindicesima. A punti anche Lucia Recchia, diciannovesima, mentre Daniela Merighetti è finita fuori dalle trenta.

 

Da Repubblica.it