MESSICO IN ITALIA
 

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2 marzo 2019 - Dopo una presentazione di grande successo a Madrid, l'esposizione La sinestesia delle forme, dell'artista messicana Yoje Dondich, arriva al Palazzo dei Giureconsulti di Milano, dove 14 delle sue opere saranno esposte per la prima volta in Italia dal 7 marzo.

Nell'ambito di un'iniziativa volta a promuovere e diffondere l'arte messicana in diversi Paesi, l'impresa Must Wanted Group presenta un’esposizione che propone l'analisi di differenti esplorazioni formali sviluppate dall'artista attraverso la pittura.

La mostra, che potrà essere visitata fino al 5 aprile, ha inizio con Retorno, opera nella quale per la prima volta Dondich utilizza l'astrazione. Con questo quadro l'artista realizza composizioni caratterizzate da un forte dominio della linea e una misurata frequenza nell'integrazione del colore, a cui aggiunge forme organiche.

Il percorso continua con la presentazione dell'evoluzione di queste esplorazioni, cominciando da quadri che includono elementi surrealisti e geometrici nei quali il colore è il principale protagonista. Si tratta, quindi, di un insieme di opere, dove è possibile osservare la ricerca della volumetria, partendo dalla relazione con determinate forme geometriche, che fanno risaltare queste esplorazioni durante la tappa più recente.

«Questa esposizione», ha affermato l’artista messicana, «fa parte di un lavoro iniziato più di 35 anni or sono. Oggi mi sento a mio agio scoprendo forme e colori. Mi sono basata sulla geometria e le tonalità per esprimere ciò che ho imparato nel tempo».

II Palazzo dei Giureconsulti, è uno degli spazi storici più importanti di Milano, situato di fronte a Piazza del Duomo. Fu inaugurato nel 1654, concepito in origine come scuola per politici e avvocati, successivamente è stato utilizzato come sede della Camera di Commercio. Attualmente ospita conferenze ed eventi culturali nazionali e internazionali.

Yoje Dondich (Città del Messico, 1952) ha studiato Psicologia, Disegno, Logoterapia e Interior Design. Ha realizzato la sua formazione plastica con diversi maestri messicani e stranieri come Rolando Belfai, Isaac Stavans e Manuel Guillén.

Il vocabolario di Yoje è complesso, non associabile ad un’unica direzione, il suo alfabeto è figurativo e astratto, surrealista e onirico. La molteplicità delle sue opere si deve per la maggior parte alla sua costante ricerca nell'esprimere i dubbi che sorgono nel mondo interiore e creativo. Per Yoje, l'osservazione è un'azione permanente ed essenziale per il suo lavoro.

Agli inizi ha utilizzato il disegno per creare opere con una forte tendenza al surrealismo, che poi ha anche materializzato in quadri con pittura ad olio. Verso gli anni Novanta il suo stile ha subito una svolta radicale verso il campo dell'astrazione. Si tratta di un insieme di quadri che corrispondono a un momento di ricerca formale con la pittura, dove il colore, la linea, le forme e i tratti sono i principali protagonisti.

(puntodincontro.mx)

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