SCIENZA E TECNOLOGIA
 

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3 marzo 2020 (ore 04:24) - La metà delle spiagge del mondo, comprese quelle messicane, potrebbero sparire entro la fine del secolo all'attuale ritmo dei cambiamenti climatici a causa dell'innalzamento del livello del mare.

Lo afferma un nuovo studio realizzato dal Centro comune di ricerca europeo dell'Ispra, nell'Italia settentrionale, pubblicato ieri sulla rivista Nature Climate Change. Dalla ricerca emerge che l'Australia sarebbe il Paese più colpito, con quasi 12.000 chilometri a rischio, ma anche in Messico, Canada, Cile, Cina e Stati Uniti i litorali sabbiosi subirebbero forti riduzioni.

Le spiagge occupano più di un terzo delle coste di tutto il mondo e hanno un alto valore socioeconomico legato ai servizi ricreativi, turistici ed ecosistemici, oltre ad essere un'importante protezione naturale contro tempeste e cicloni.

Tuttavia, l'erosione, l'elevazione dei mari e i cambiamenti meteorologici minacciano le coste, le infrastrutture e le popolazioni. Già oggi una parte delle rive del mondo è stata divorata. Una mitigazione moderata delle emissioni di gas a effetto serra potrebbe impedire il 40% di questo fenomeno.

Michalis Vousdoukas, ricercatore dell'Ispra, ha analizzato assieme ai colleghi di vari istituti una banca dati di immagini satellitari che mostrano i cambiamenti dei litorali dal 1984 al 2015. Gli autori hanno estrapolato le tendenze storiche per prevedere le future dinamiche della costa.

I risultati di queste analisi indicano che circa il 50% delle spiagge sabbiose del mondo sono a rischio di grave erosione e in alcuni Paesi, tra cui Gambia e Guinea-Bissau, la riduzione potrebbe raggiungere il 60%.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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