Ferrari P4, oltre la supercar
l'ultima sfida di Pininfarina

l'esemplare unico della storica vettura
di Maranello. Un gioiello da 3 milioni di dollari.

16 aprile 2007. - Si chiama Sindrome da Enzo Ferrari. Ha colpito un po' tutti nel mondo dell'auto. Il sintomo è quello di voler produrre in proprio una macchina. L'effetto? Disastroso: porta inevitabilmente alla rovina.

Ora, però, Pininfarina ha trovato il vaccino. Con un gruzzolo prestabilito ci si trasforma, d'incanto, in presidenti, amministratori delegati, designer e collaudatori di nuove aziende automobilistiche: la "Divisione Progetti Speciali" realizza modelli unici cuciti addosso ai clienti, secondo i loro gusti. "Cuciti addosso" non è un modo di dire: per la più clamorosa delle fuoriserie, la Ferrari P4/5 la Pininfarina ha realizzato un ologramma del corpo del proprietario, il collezionista americano James Glickenhaus, e di suo figlio. Poi lì intorno ha costruito sedili e abitacolo della macchina.

Glickenhaus fra le sue tante auto da corsa anni Sessanta ha già una Ferrari P4 originale ma voleva qualcosa di più moderno, da usare tutti i giorni. Una Enzo da un milione di dollari e 660 Cv non bastava: partendo quindi da questa Ferrari di serie (si fa per dire) ha commissionato a Pininfarina una riedizione della celebre P4. Ha deciso il design iniziale, poi ha approvato il prototipo definitivo e quindi ogni dettaglio dell'assemblaggio. Proprio come farebbe Montezemolo per una nuova Ferrari o Wagoner per una General Motors.

La P4/5 infatti è una fuoriserie che ha poco della Enzo: sono stati sviluppati ex novo più di 200 pezzi. Dai fari allo bi-xeno con un innovativo sistema di led gialli e bianchi ai cerchi in lega - di alluminio da 20 pollici - fresati dal pieno, fino alle cerniere a vista in alluminio e acciaio speciale. Anche la pelle dei sedili è stranissima: l'ha progettata la figlia di Glickenhaus, è rossa ma ingloba una trama plastica nella zona centrale.

Nel cruscotto poi c'è un Pc di origini miliari per resistere a ogni incidente e rimanere sempre connesso al mondo esterno mentre i vetri sono in policarbonato. Enorme il lavoro in galleria del vento, con il risultato che alla fine la P4/5 è più aerodinamica di una Enzo e anche incredibilmente più veloce. Il motore non è stato toccato ma le tante modifiche (dalla carrozzeria tutta nuova al radiatore unico al centro della macchina al posto dei due laterali, passando per lo scarico da competizione che esce dall'alto con marmitte ceramiche bianche, come nelle vetture da corsa degli anni '60) alla fine fanno la differenza.

Le stranezze, però, non finiscono qui: la macchina è regolarmente omologata (ha la targa newyorkese) e può circolare in qualsiasi paese del mondo ma, visto che ha la carrozzeria interamente in carbonio con porte ad apertura a farfalla e che è un pezzo unico, sarebbe impossibile da riparare. Così Glickenhaus oltre alla P4/5 si è portato a casa anche diversi pezzi di ricambio, le "matematiche" (i numeri chiave del progetto) e tutti i disegni. In pratica il know how completo per costruirla ex novo, ma ovviamente l'operazione è vietata: il proprietario ha vincoli insormontabili sul fatto che l'auto non può essere replicata.

Glickenhaus ha speso 3 milioni di dollari per la sua GT, "pochi" secondo lui, almeno in rapporto al valore della sua collezione di auto da corsa e a quello della P4 originale. Ma non è una questione di soldi: siamo di fronte a qualcosa di più di un semplice giocattolo da ricchi. Pininfarina con la P4/5 rilancia il settore delle fuoriserie, riportandole ai fasti degli anni Cinquanta. E Glickenhaus, probabilmente senza volerlo, ha aperto un nuovo capitolo nella lunga e sorprendente storia dell'automobile. Quello dei pezzi unici.

 

Da Repubblica.it