Il Morosini in rosa
Rivoluzione nella scuola per ufficiali di marina: è l'ora delle donne.

21 maggio 2008. - La Rivoluzione dei Birilli porta la data del settembre 2009: allora, nello storico istituto Morosini di Venezia, che forma gli ufficiali destinati alla carriera in Marina Militare ma anche civili che negli anni sono andati a occupare prestigiosi incarichi nazionali e internazionali, arriveranno le ragazze. L’annuncio pochi giorni fa, in occasione del giuramento degli allievi; il bando di concorso, si può immaginare guardando quando è accaduto in questi ultimi anni nelle Accademie di Modena, di Napoli e di Livorno, risveglierà sicuramente l'interesse delle giovanissime donne da tutta Italia.

A Venezia gli allievi del Morosini sono chiamati Birilli per il loro atteggiamento impettito su corpi di ragazzini, per le loro divise perfette e le camicie immacolate; soprannome accettato ma non gradito tanto che, lo confessa un anziano ammiraglio oggi in pensione, è stato all’origine di qualche solenne scazzottata, in passato, tra le calli della città. Gli adulti guardano a questi ragazzi con affetto, i coetanei con un misto di stupore e invidia: perché di certo compiono una scelta insolita, ma anche di élite. Al Morosini si accede con un bando di concorso che richiama ogni anno migliaia di candidati; la selezione psico-attitudinale è severa, solo 225 sono gli ammessi. Qui, nella sede storica di Sant'Elena, si frequenta l'ultimo triennio delle superiori: liceo classico o liceo scientifico. La scuola dà una formazione culturale parificata a quella statale ma a questa aggiunge la possibilità di forgiare il fisico praticando ogni tipo di sport, e lo spirito attraverso una disciplina militare che per molte famiglie, e tanti ragazzi, rappresenta ancora oggi un obiettivo al quale puntare. Negli annuari del Morosini spiccano nomi eccellenti: da Luca Cordero di Montezemolo ad Amedeo d'Aosta, da Cristiano Rattazzi figlio di Susanna Agnelli al principe Barbolani di Montauto; hanno vissuto le rigide regole del convitto Giberto Arrivabene Gonzaga, marito di Bianca d’Aosta, e Andrea Castelli, nipote di Francesco Cossiga.

Arriveranno le ragazze, dunque, che in Italia già pilotano aerei e comandano plotoni, e il primo effetto è che la scuola militare deve programmare una ristrutturazione per una divisione più appropriata degli spazi: proprio per non complicare la convivenza, nel primo bando il numero dei posti riservati alle studentesse sarà limitato, ma sarà portato a regime in tempi stretti, non appena potranno avere camere e servizi a sufficienza. Svolgeranno tutti i compiti dei colleghi maschi, come accade nelle Accademie (magari non giocheranno a calcio, ma non si negheranno al nuoto, alla voga, al basket, al tennis, tutto curricolare) e come loro punteranno alla media dell’8, che consente una riduzione della retta di frequenza (considerata, in ogni caso, «alla portata di ogni possibilità»). Avranno le stellette, saranno come loro equiparate ai Marinai «comuni di seconda classe». Forse accetteranno, senza gradire, di essere chiamate Birille. Dal Morosini, chi vuole continuare nella carriera militare e punta alla Marina può contare su un numero di posti riservati, per gli altri e le altre rimane comunque il fiore all'occhiello di aver frequentato un istituto unico in Italia: la scuola può essere paragonata solo alla Nunziatella di Napoli, che prepara gli allievi ufficiali dell’Esercito.

 

(La Stampa.it)