La repubblica Ceca fa paura
Nedved e campagni dominano gli Usa 3-0 con gol di Koller (poi infortunato, il suo Mondiale potrebbe essere finito) e doppietta di Rosicky. Per gli americani un palo di Reyna.

 

GELSENKIRCHEN (Germania), 12 giugno 2006 - Repubblica Ceca promossa a pieni voti, Usa bocciati. Questo il verdetto della gara che alla AufSchalke Arena di Gelsenkirchen opponeva le altre due avversarie dell'Italia (oltre al Ghana) nel gruppo E del Mondiale. I cechi si impongono 3-0 facendo valere la maggiore esperienza internazionale, ma anche e soprattutto la maggiore qualità dei singoli. Il trio di trequartisti, da destra Poborsky, Rosicky e Nedved, garantisce un tasso tecnico eccellente, e pazienza se gli esterni non sono più dei ragazzini. Il talentuoso numero dieci dei biancorossi, appena ingaggiato dall'Arsenal, è adesso il trascinatore della squadra di Bruckner: imposta e conclude, come dimostranono lo stupendo destro del 2-0, un dei gol più belli finora di Germania 2006, e la volata per il terzo gol. E in avanti l'eterno gigante Koller ha timbrato ancora una volta il cartellino segnando l'1-0 di testa, anche se probabilmente il suo Mondiale si è chiuso oggi: uno stiramento lo ha costretto a lasciare il campo all'altro pivot Lovkenc ("solo" 196 cm rispetto ai 202 del nuovo centravanti del Monaco). Nelle prossime gare, però, è probabile che al centro dell'attacco giocherà Baros, adesso convalescente: i cechi dovranno quindi cambiare registro, più gioco palla a terra rispetto ai lanci lunghi o ai cross in mezzo. E gli Usa? Diligenti, ordinati, ma fragili dietro e spuntati in avanti. McBride dimostra tutti i suoi 34 anni, Donovan, unico giocatore di calcio americano mai apparso sulla copertina di Sport Illustrated, è un fantasma. E il solo esperto condottiero Reyna, lento, ma con piedi buoni e idee chiare, non può cantare e portare la croce. E così i quarti raggiunti in Corea-Giappone quattro anni fa appaiono stavolta un miraggio. Dal precedente del 1990, Cecoslovacchia-Usa 5-1, non è poi cambiato tantissimo. Ed è una sopresa.

LA GARA - Nel primo tempo la Repubblica Ceca dimostra di essere sempre una squadra da prendere con le molle. Compatta, grintosa, cinica come solo le squadre più forti sanno essere. E così mette subito la partita in discesa. Pronti, via, e Grygera se ne va sulla destra e mette in mezzo dove il gigante Koller ruba il tempo a Pope e di testa sottomisura realizza l'1-0. Gli Usa reagiscono con orgoglio e buone intenzioni, che però proprio non riescono a trasformarsi in fatti. L'unico brivido lo regala una prodezza di Reyna, che colpisce un palo con un destro ben calibrato da fuori area. Fa però meglio Rosicky, che vince il confronto balistico infilando a fil di palo un destro strepitoso dalla grande distanza su una respinta corta della difesa a stelle e strisce. Poi l'infortunio di Koller, ombra pesante sulla vittoria di Nedved e compagni. L'ariete ceco esce in barella per un problema muscolare. Auguri.
Nel secondo tempo Arena cambia tutto: fuori un mediano, Mastroeni, e dentro un centrocampista di fosforo, O'Brian, ma soprattutto il terzino destro Cherundolo a farsi la doccia, sostituito dalla punta Johnson. Gli Stati Uniti sono ora sbilanciatissimi in avanti, pronti a tentare il tutto per tutto. Ma è un suicidio tattico. Il ritmo è troppo basso, mancano gli uno contro uno, e allora a farsi pericolosa in contropiede è la Repubblica Ceca, con il macchinoso Lovkenc e il sempreverde Poborsky. Poi Rosicky, classe 1980, chissà perchè sempre snobbato dai club italiani, lascia partire un altro missile, che stavolta non ha fortuna: traversa. La doppietta è solo rimandata: arriva puntuale, finalizzando un contropiede micidiale. L'unica nota positiva per gli Usa è la prestazione tonica di Johnson insidioso con un pregevole sinistro di poco fuori. Troppo poco. La Repubblica Ceca domina l'esordio e si propone come prima antagonista degli azzurri. E sistema subito la differenza reti, che potrebbe risultare determinante per il primo posto nel girone E, che verosimilmente significherà evitare il Brasile negli ottavi.