Italia, due gol per partire
Contro il Ghana un gran destro da fuori area di Pirlo nel primo tempo e il raddoppio di Iaquinta nella ripresa decidono l'esordio mondiale degli azzurri.
Totti sostituito dopo un pestone all'11' s.t.

 

HANNOVER (Germania), 12 giugno 2006 - Meglio di così non poteva cominciare l’avventura della Nazionale. La “vogliosa” Italia batte il Ghana 2-0. Gol di Pirlo e Iaquinta. Ma lo fa anche con il gioco, la passione, la coralità. Una prestazione perfetta più forte dei muscoli e degli scatti felini degli africani. Che rende meno dura la fase a gironi del torneo.

I MUSCOLI E LA QUALITA’ - La forza fisica e la velocità del Ghana, la tecnica e le individualità dell’Italia. Ecco le due costanti della sfida di Hannover. Con Perrotta al posto di Camoranesi, Marcello Lippi regala più potenza al centrocampo, dove i ghanesi mettono in fila cavalli di razza come Appiah, Muntari, Essien. E Addo, il cui compito è quello di marcare praticamente a uomo Totti. Così si spiega l’innesto di Perrotta: uomo ideale per coprire una zona del campo in cui il capitano della Roma non è ancora in grado di garantire il cento per cento. Se gli azzurri impiegano una decina di minuti per entrare davvero in partita lo devono all’emozione, ma l’agonismo prende il sopravvento e allora per l’Italia liberarsi del fardello dell’esordio diventa quasi un gioco.

BELLA ITALIA - Quando al 12’ Toni fallisce un gol elementare, arrivando con due centimetri di ritardo dal pallone confezionato da Perrotta, allora i timori della vigilia che vedevano il bomber lontano da se stesso si amplificano. Ma il viola è un diesel; carbura lentamente. Prima goffo, impacciato, si fa fulminante quando tramortisce la traversa col suo inconfondibile destro. L’Italia c’è. La qualità fa la differenza e per i ghanesi contrastare la forma indiscutibile di Perrotta, il genio di Pirlo e il fraseggio di prima di De Rossi e Toni diventa un’impresa. L’Italia funziona, dalla difesa all’attacco. Da Nesta e Cannavaro, insuperabile, a Grosso e Zaccardo che quando si defilano sulla fascia lasciano l’impronta. Quando gli azzurri rallentano il ritmo, il Ghana sfrutta impensabili contropiedi, e solo l’imprecisione di Essien a Asamoah dà un aiuto all’Italia. Così, tenendo alta la guardia, gli azzurri si scoprono di meno, ma quantificano di più Prima con una punizione di Totti deviata dal portiere Kingston, che però soccombe al 40’ sul diagonale splendido di Pirlo; una perla che Gilardino lascia passare abbassandosi di quel tanto per non disturbarne la perfetta traiettoria. Sublime.

IL SOGNO DI VINCENZO - Dujkovic riparte nella ripresa con Sillah per Pappoe, confidando nella sua maggiore facilità di penetrazione. Ma è Gilardino a mancare dopo 6’ il gol del raddoppio. Il Ghana insiste cercando di colpire l’Italia sul piano dell’imprevedibilità, sfruttando i suoi uomi di maggior classe Appiah, Asamoah ed Essien che, al 9’, obbliga Buffon a compiere la sua prime vera parata, e che parata, della partita. Ma è Italia. Deliziosa. Che non bada a spese; sempre concentrata, che non si perde d’animo anche quanto Totti, toccato duro, lascia a Camoranesi per precauzione. Al 19’ Gilardino, stanco, sottotono, cede il posto a Iaquinta. Avvicendamento azzeccato, perché l’udinese apre varchi e ci prova. Perrotta potrebbe fare il 2-0, ma l’indeciso Kingston questa volta si supera. La mossa Pimpong per Amoah non regala niente di nuovo al Ghana. Al 37’ entra Del Piero per Toni. Ma lo stratega della battaglia è Pirlo che dopo il gol si concede anche l’assist. Per Iaquinta, che sfrutta l’errore di Kuffour e batte Kingston. Vincenzo il suo sogno lo ha realizzato.