Azzurri avanti

 Francia ko e l'Olanda ci dà una mano. Affronteremo la Spagna nei quarti.

La festa azzurra ieri a Zurigo.18 giugno 2007. - Punto d'incontro ha pubblicato ieri mattina una testata piena di speranza, azzardata e ... profetica. L'Italia si è salvata da una delle situazioni più disperate degli ultimi anni e va avanti nell’Europeo grazie all’onestà dell’Olanda e alla forza di piallare la Francia come non succedeva, rigori a parte, da trent’anni: è stato un 2-0 ma poteva essere ben di più per una prestazione molto convincente all’inizio e fin troppo controllata dopo il gol di Pirlo su rigore.

Certo, ha girato tutto bene. Il rigore (sacrosanto), la Francia prima orba di Ribery e poi in dieci per oltre un’ora e il raddoppio su una punizione deviata da Henry: ogni tassello si è incastrato al posto giusto per la serata migliore nei due anni di Donadoni, che finalmente può sorridere. Non sappiamo cosa accadrà domenica a Vienna contro la Spagna, senza Pirlo e Gattuso squalificati, ma per come si stava alle 20,44 di ieri è quasi ritornare alla vita. Bella Italia, per mezz’ora. Al punto da chiedersi se fosse tutta farina del sacco del Dunadùn o se vi contribuisse l’impostazione spregiudicata della Francia che Domenech schierava con quattro punte vere, all’insegna del «la và o la spacca».

A spaccarsi era soprattutto Frank Ribery dopo nemmeno dieci minuti, vittima del suo stesso inseguimento a Zambrotta. I francesi perdevano l’uomo più pericoloso. Ma non era solo questo il segreto dell’Italia dal doppio regista: il rischio di usare Pirlo come un mediano con evidenti limiti di copertura era ripagato dall’effetto di ritrovarsi con lui e uno straordinario De Rossi (eletto miglior giocatore del match) a dirigere l’orchestra, roba che Domenech se lo sogna.

L’Italia macinava come un mulino ad acqua lenta. Nessuna frenesia, palleggio a centrocampo, frustate in avanti e, al 4’, Toni si era già divorato la prima delle sue palle gol, mentre all’11’ Makelele respingeva sulla linea il colpo di testa del solito Panucci su calcio d’angolo.

A dirla tutta, la Francia restava negli spogliatoi. Henry era un naufrago, il Benzema dei primi minuti da licenziamento. Era nel cuore della difesa che i Bleus toppavano: con il declino dei grandi vecchi faticano a mettere insieme un reparto. Così De Rossi e Pirlo catapultavano palloni da brivido dalle parti di Gallas e Abidal. Uno, bellissimo, veniva agganciato in volo da Toni che Abidal toccava al momento del tiro: rigore e espulsione. Segnava Pirlo, Francia in dieci con il ragazzino Nasri che, dopo aver sostituito Ribery un quarto d’ora prima, doveva lasciare il posto a Boum Boum Boumsong, quello che nella Juve faceva il paracarro. Da quel momento ci saremmo aspettati un dilagare e per 5’ gli azzurri ci accontentavano. Toni non aveva mezze misure: svettava come l’Everest tra avversari che non gli arrivavano alle spalle, quanto ai colpi però li ha lasciati al Bayern. Stupendo e sfortunato un colpo di tacco al 28’ (se fosse entrato se ne parlerebbe per vent’anni), balordi gli altri tiri che costavano il raddoppio a un’Italia via via più presuntuosa. Invece di affondare la Francia, la si lasciava riemergere. È incredibile che con un uomo di vantaggio la più grande occasione da gol venisse da un dribbling di De Rossi per 40 metri, con punizione di Grosso finita contro il palo.

Vedevamo Donadoni in piedi: per quanto buon cattolico avrà scomodato qualche santo. Tuttavia i suoi lo ascoltavano poco. Cassano? Già, Cassano. Feroce e brillante in allenamento, frenato in partita anche se la sua capacità di smistare i palloni al primo tocco è sensazionale: peccato che non abbia attorno gente sempre pronta da capirlo. Toni, ad esempio, non è proprio il suo partner ideale. Quando il guascone nel secondo tempo l’ha lanciato per due volte verso la porta, il centravantone si è mosso con la rapidità del carrarmato con i cingoli arrugginiti e i francesi l’hanno bevuto nella rincorsa. Non abbiamo capito perché Donadoni non abbia buttato dentro uno veloce come Di Natale al posto di Toni: avrebbe affettato il match. Invece, lasciando ai francesi l’illusione di rientrare in partita, l’Italia doveva sfruttare l’ennesima punizione per cogliere il raddoppio al 17’. Tiro di De Rossi, deviazione fregaportiere di Henry, uno che sembra davvero al capolinea e non solo perchè i gol li fa ormai nella sua porta. Peccato, pensando alle delizie che ha regalato al calcio. Ancora senza una rete dalle punte (Panucci, Pirlo, De Rossi, fin qui) ma con la fiducia di chi ha visto il diavolo e ha saputo sfuggirgli, l’Italia va. Popopopopopo.

 

(La Stampa.it)