Costa d'Avorio rimonta show
La Serbia e Montenegro si porta subito sul 2-0 grazie agli errori difensivi degli africani. Poi la doppietta di Dindane e il rigore di Kalou regalano il 3-2 agli ivoriani.

 

MONACO (Germania), 21 giugno 2006 - Lasciano con il sorriso e con una vittoria storica. La Costa d’Avorio, già eliminata nel gruppo C, dà vita ad una partita spettacolo con la grande delusa Serbia-Montenegro e alla fine conquista un successo importante, ottenuto per di più in rimonta. E che rimonta, perché all’inizio gli ivoriani sono talmente disastrosi da regalare due gol ai serbi nel giro di 20 minuti (Zigic ed Ilic stanno ancora ringraziando). Poi gli Elefanti iniziano a macinare gioco e chilometri sulle fasce: Dindane firma anche una doppietta e un rigore di Kalou all’85’ regala un 3-2 che addolcisce un po’ un’eliminazione prematura in un girone di ferro. Discorso diverso per la Serbia, in 10 nella ripresa, che chiude con zero punti e con 10 gol incassati in 3 partite. Un disastro, una vergogna per una nazione che per l’ultima volta ha giocato con Serbia e Montenegro unite. Forse c’era un modo migliore per lasciarsi…

Il dimissionario c.t. Petkovic ci tiene ad uscire a testa alta da un Mondiale terribile per la sua squadra; il collega Michel non ha il simbolo Drogba (squalificato) e cerca quella vittoria che dimostrerebbe che la Costa d’Avorio non è solo talento, ma anche qualcosa di concreto. Il ritmo è da partita scapoli-ammogliati: i 22 in campo non si dannano l’anima, ma spesso quando non c’è agonismo estremo escono le partite più divertenti. Non tanto per la bravura dei giocatori, quanto per i clamorosi errori difensivi da una parte e dall’altra. L’inizio è terrificante per la Costa d’Avorio, che gioca con il portiere di riserva e con la coppia bis di centrali Kouassi-Domoraud (con l’ottimo Kolo Tourè in panca). Pronti-via e prima frittata: Stankovic lancia perfettamente il gigante Zigic, Barry si ferma a metà strada e lascia la porta vuota al serbo che facilmente infila lo 0-1.

Gli ivoriani provano a reagire, ma al 19’ Dindane e Akalè si mangiano clamorosamente il pareggio. Gol sbagliato, gol subito: la legge non fa sconti. Neanche 40 secondi e Domoraud, su cross di Djordjevic, serve con un bel piattone l’allibito Ilic, solo a centro area. Facile tiro e 0-2 da sogno. Ma le follie colpiscono anche i serbi. Al 34’ Dudic impazzisce nella sua area, forse pensando di far parte della nazionale di pallavolo e con un vistoso pugno devia il pallone. Rigore netto, quasi imbarazzante fischiato dall’arbitro Rodriguez (il sosia di Dracula, in pratica). Dindane dal dischetto è glaciale a tirare per due volte lo stesso rigore (ripetuto per tonnara di uomini in area) e a riaprire una partita stranissima. Si gioca, si picchia il giusto e soprattutto va ancora una volta in scena la follia della difesa serba. Nel recupero Nadj riesce nell’impresa di conquistare il secondo giallo (il primo preso per proteste senza neanche aver toccato un pallone), 30 minuti dopo aver sostituito l’infortunato Krstajic. Ah cara vecchia Serbia, quanto ci sei mancata nelle prime due partite.

La ripresa è altrettanto divertente, ma vede solo più la Costa d’Avorio protagonista: questa volta nel bene e senza errori difensivi. L’uomo in più si sente, ma l’orgoglio serbo non è una leggenda e Djordjevic (il migliore dei suoi) e compagni cercano di tenere il campo e le tante folate offensive degli africani. Forse anche perché la pioggia di Monaco fa molto più Belgrado che Yamoussokro. Jevric è protagonista: salva più volte, ma alla fine deve capitolare. Al 67’ Keita serve perfettamente Dindane, che solo soletto in area, batte il serbo con un preciso colpo di testa. Pareggio meritato e difeso con coraggio, anche con una sortita in attacco clamorosamente non sfruttata da Stankovic. Quando il 2-2 sembra accontentare tutti, ecco il rigore della svolta. Ancora Dudic in un colpo da pallavolo: l’arbitro vede bene e assegna all’85’ il penalty della storia. Il portiere Barry non osa guardare, il neoentrato Kalou spiazza ancora Jevric e il 3-2 è cronaca, anzi storia. C’è spazio anche per il rosso di Domoraud, ma la festa degli Elefanti può esplodere in tutta la sua gioia.