PINZOLO, 31 luglio 2006 - Ha salvato il Siena dalla retrocessione, poi ha fatto le valigie ed è tornato a Torino, per dare la sua manona alla Juve in difficoltà. Igor Tudor è contento di aver ritrovato tanti vecchi amici "anche se qualcuno è andato via. Ma noi facciamo parte di una azienda, sono i dirigenti a decidere il nostro futuro". Verità soltanto parziale, visto il muro contro muro che si sta alzando fra alcuni dei big bianconeri che vorrebbero cambiare aria (Ibrahimovic e Camoranesi su tutti) e la nuova società.

Dal punto di vista tattico, Tudor ha le idee chiare: "Ora non voglio più fare il jolly, voglio specializzarmi in mezzo alla difesa. I continui cambiamenti di ruolo non mi hanno agevolato, non mi hanno permesso di dare il massimo. Anche perché in carriera non ho giocato soltanto in difesa e a centrocampo. Con Ancelotti giocai terzino destro, con Lippi anche attaccante". Due anni fa, quando ha lasciato la Juve per il Siena, non sapeva se sarebbe tornato: "Sono andato via per giocare, alla Juve non trovavo spazio. Ora sono tornato per giocare con continuità: ho una grande opportunità davanti a me, sono pronto a sfruttarla".

Cosa pensa Tudor della Juve a -17? "Se la rosa resta al completo, compresi Buffon e gli altri, possiamo farcela a recuperare. Ma a porte chiuse, però". Sembra un monito pesante, quello del gigante croato. Come dire stop alle partenze. "Beh, d'altra parte l'ha detto direttamente la società no? E poi una stagione di B non è un dramma, passerà velocissima. Certo, fossero stati due anni sarebbe stato tutto un altro discorso".