Shumacher cambia famiglia
Sarà un uomo della Mercedes

Nel 2010 in F1 con la casa tedesca.

13 dicembre 2009. - Alla fine ha deciso di tornare: nel 2010 Michael Schumacher sarà alla guida di una Mercedes. Manca soltanto l’annuncio ufficiale, che è atteso entro l’anno e metterà fine a un tormentone cominciato in estate, quando all’ex campione era stato offerto di sostituire l’infortunato Felipe Massa. Lui rispose di sì, poi si sottopose a un test e disse che il collo gli doleva, che c’erano due microfratture e quindi non se ne faceva nulla. Dopo aver comunicato la dolorosa rinuncia, andò a giocare a pallone. I maligni sospettano che in realtà non abbia voluto mettersi in gioco con una monoposto poco competitiva. E adesso questa perfetta guarigione non è che attenui i dubbi. Michael sarebbe pure rimasto alla Ferrari: avrebbe accettato il posto di Massa nel caso il brasiliano non avesse recuperato dall’incidente del luglio scorso in Ungheria; o quello di Raikkonen, se non fosse arrivato Alonso.

Il massimo che a Maranello potessero offrirgli, invece, era la guida della terza monoposto, se un giorno ce ne fosse stata una, più un contratto da consulente. Lui ha accettato: «Il presidente Montezemolo e io ci siamo messi d’accordo per prolungare la nostra collaborazione per altri tre anni. Sono molto felice, perché mi è sempre piaciuto essere parte della famiglia Ferrari». Era l’11 settembre. Tre mesi dopo, dell’ex famiglia rimane il ricordo dei momenti felici (cinque titoli mondiali, centinaia di milioni sul conto corrente), ma i legami affettivi sono svaniti. «La mia seconda famiglia», così chiamava la Scuderia di cui era una bandiera. «Io nei box mi sento come a casa», giurò nel 2003, dopo aver vinto il titolo. «Faccio fatica a pensare al mio futuro senza Ferrari», fu il messaggio d’addio alla F1. Con il tempo c’è riuscito. Non si limiterà a guidare per un concorrente storico: nel 2011 diventerà uomo immagine della Mercedes.

Dalla Ferrari nessun commento, salvo un velato accenno al buon gusto. Oltre tutto, l’apporto dell’ex campione nel 2009 è stato fallimentare: in Malesia consigliò le gomme sbagliate a Raikkonen, facendolo finire nelle ultime posizioni (le conseguenze ricaddero sul responsabile delle strategie, Luca Baldisserri, che fu spostato ad altro incarico). Poi il balletto estivo, il torno-non-torno che ha fatto perdere due settimane alla Ferrari, costringendola a scegliere in extremis Luca Badoer. Sull’ingaggio circolano le cifre più disparate: il settimanale tedesco Focus ha ipotizzato 3,5 milioni di euro, la Bild 7. Verosimilmente, i milioni pagati dalla Casa tedesca potrebbero essere una decina, più i venti degli sponsor. A 41 anni Schumi sarà ancora il più ricco della Formula 1 (Fernando Alonso e Lewis Hamilton si attestano sui 20-25 tutto compreso, a seconda dei risultati). E guiderà la monoposto campione del mondo, l’ex Brawn Gp dell’amico Ross Brawn, il dt che ha diretto i suoi due trionfi con la Benetton e i cinque con la Ferrari.

Soldi e garanzie tecniche: l’ex campione ha ottenuto quello che chiedeva. Come compagno di squadra troverà il tedesco Nico Rosberg: uno bravo, non un fenomeno. Il compagno ideale. Schumi ha cominciato ad allenarsi a tempo pieno. «Non parlo di affari - ha detto ieri a chi gli chiedeva conferma del suo ritorno -. Sono a Kerpen (il paese di origine, ndr) per correre col kart in privato e non voglio essere disturbato». La sua portavoce Sabine Kehm, che lavora anche per la Ferrari in Germania, non intende commentare la notizia. Il manager Willi Weber rimane evasivo, in attesa di incassare l’ennesimo 20 per cento sull’importo dell’ingaggio. Nessuno smentisce. L’avventura è ricominciata, l’ultima formalità è una visita medica che ne certifichi l’idoneità. Il 3 gennaio Schumacher compirà 41 anni.

L’ultimo Gp l’ha disputato in Brasile il 22 ottobre del 2006. Nel frattempo il livello degli avversari è cresciuto: oltre ad Alonso, ci sono Hamilton e Vettel, Massa è maturato, Button è campione. Altro problema: i test sono concentrati in febbraio, quindi il kaiser non avrà il tempo di togliere la ruggine. Si affiderà a quel che rimane dell’immenso talento, sperando che la Mercedes replichi il miracolo della Brawn 2009.

 

(LaStampa.it)