Riforma della legge per la diffusione della lingua e della cultura italiana

L'On. Narducci ha evidenziato che è arrivato il tempo di "situare gli interventi scolastici all'estero in un quadro legislativo accettabile".

ROMA, 8 giugno 2007. - L'Onorevole Franco Narducci, parlamentare in forza alla maggioranza di governo, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa, intervenendo al seminario sulla riforma della legge 153 - diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo - organizzato alla Farnesina dal Vice Ministro Franco Danieli, ha rilevato che, oggi, "ci troviamo di fronte ad un passaggio storico".

Franco Narducci che ha già presentato una proposta di legge di riforma della legge 153 del 1971, insieme con i colleghi Marco Fedi, Mariza Bafile, Gino Bucchino, Gianni Farina, ha evidenziato che è arrivato il tempo di "situare gli interventi scolastici all'estero in un quadro legislativo accettabile e che garantisca la pari dignità professionale e di trattamento per tutti gli operatori che erogano la stessa prestazione".

E' necessario, ha continuato l'Onorevole Narducci "un intervento nella formazione linguistica e culturale in favore dei cittadini italiani e dei loro congiunti e discendenti residenti all'estero capace di recepire i cambiamenti sociali e culturali successivi alla data di nascita della legge 153". Nel mondo della globalizzazione anche il mercato della formazione linguistica ha assunto valore di risorsa strategica, utilizzata spesso a sostegno di altri aspetti delle sfide che si affrontano giorno per giorno. "Basti riflettere alle strategie messe in campo dalla Spagna, che ha acquisito tantissime biblioteche informatiche per sostenere la diffusione della propria lingua, per comprendere lo sforzo che anche il nostro Paese deve fare per guardare al futuro con ottimismo, potendo contare sulla straordinaria ricchezza della nostra presenza nel mondo". Una realtà, quella delle comunità italiane, che per oltre un secolo ha garantito la trasmissione della lingua italiana, spesso in forma dialettale, preservando il legame tra emigrazione e Paese di origine. "Bisogna costruire uno strumento che persegua finalità di armonizzazione e di programmazione delle attività rivolte all'estero e che, nello stesso tempo, possa valorizzare anche in futuro il ruolo delle comunità italiane all'estero e delle reti associative".

Darsi strategie innovative e concrete per il futuro significa anche rivedere l'intero assetto degli Enti Gestori soprattutto attraverso il Piano Paese che, certamente, deve fotografare situazioni, rilevare i flussi e il rapporto tra domanda e offerta, aggregando anche dati statistici per monitorare le attività, ma che deve essere anche lo strumento per migliorare la programmazione sia rispetto alle disponibilità finanziarie sia a quelle didattiche. "La qualità della formazione erogata all'estero deve essere valutata oggettivamente, secondo standard condivisi, rafforzando inoltre i progetti per la certificazione delle competenze linguistiche. Ma anche costruendo un coordinamento unico delle attività".

Riformare la legge 153 significa affrontare la precarietà che da 14 anni ha diviso il mondo degli operatori scolastici in due categorie, quella dei docenti ministeriali e quella dei dipendenti degli Enti Gestori, che svolgono lo stesso lavoro didattico in condizioni di trattamento assolutamente non paritario. "Disparità, ha concluso Narducci, che si rilevano, spesso in modo mortificante, già nel funzionamento del Collegio Docenti" ha concluso il parlamentare.


Da News ITALIA PRESS