“Mangiare” la moda?
Si può fare

Massimo Gammacurta: fotografo e appassionato d’arte contemporanea,
ama “esprimere un’emozione o un’idea con gli oggetti”. Come i lecca lecca di Chanel e Gucci.

13 marzo 2010. - Tra i suoi ispiratori “l’artista, amico e maestro, Cosimo Cavallaro”, Francis Bacon ed i fotografi Irving Penn e Nick Knight, il Futurismo, Fellini e Pasolini. Ma sono state le opere del padre, Bruno Gammacurta, artista multimediale, insegnante di storia dell’arte a Roma, a far respirare a Massimo un’atmosfera di fantasia e creatività; opere che lo hanno stimolato “sin da piccolo visualmente. La passione per la foto, quindi, è naturale”. Nato a Roma nel 1968, si è specializzato in fotografia pubblicitaria. Appassionato di arte contemporanea, trova in questa una delle sue fonti di ispirazione e di ricerca in quanto “interessato alla costruzione di immagini scandite dal tempo di bergsoniana memoria, incessante sperimentatore e indagatore delle più insolite materie e texture e dei nuovi media. E nella luce trovo il mezzo ideale per realizzare le mie immagini”.

Massimo Gammacurta definisce la sua professione “Conceptual Still-life Photographer, che significa esprimere una emozione o un’idea usando oggetti, per esempio per la mia Sweet Fashion storia ho creato dei veri lecca lecca nella forma di loghi di moda, YSL, Chanel, Gucci, per mostrare l’enfatuazione che abbiamo per la moda e il cibo”. Sono proprio questi lecca lecca ad aver assicurato a Massimo Gammacurta un’attenzione mondiale. “Ho creato la possibilità di ‘mangiare la moda’ di metterla in circolo, nel nostro sangue, nel nostro corpo: è una idea che affascina molto perché così facendo questi status symbol diventano parte di noi. Almeno questa è l’opinione della gente, io non parlo di cosa creo, creo e basta. Poi sta agli altri trarre le conclusioni, altrimenti sarei uno scrittore”. Oltre al marchio, si può scegliere anche il gusto: caramello, lampone, melone, ciliegia e persino melograno.

Massimo Gammacurta.Per esprimere al meglio la sua creatività, dopo Milano e Londra, Massimo Gammacurta vive ora a New York “il Colosseo dei nostri tempi, o uccidi o vieni ucciso, molto competitiva e speciale. Difficile da descrivere se non si conosce, c’è una energia incredibile”. E per uscire vincitori da questa arena, è fondamentale dare innegabili prove di originalità e ricerca. Entrambe non mancano nella vita e nell’arte di Massimo.

Le sue foto sono state pubblicate su Forbes, Surface Magazine, Style Montecarlo, e noti marchi sono ricorsi a lui per le campagne pubblicitarie. Inizia a collezionare premi dal 2006 aggiudicandosi primo e secondo posto all’International Color Awards categoria Still life. Tra il 2007 e il 2008 vince la decima competizione annuale di Surface Magazine Avant Guardian con una mostra collettiva itinerante tra New York, Los Angeles, San Francisco e Miami. Si aggiudica diversi premi e riconoscimenti nei prestigiosi PX3 Prix de la Photographie (Public Choice e Menzioni d’onore nel 2007 e 2008), e Pix Digital Contest per la categoria Fashion/Beauty. All’International Photography Awards vince con due serie di scatti Anorexia e Scary Movie Stories. “E’ proprio l’IPA il riconoscimento al quale sono più legato, ottenuto con la mia storia sull’anoressia, un tema molto difficile da rappresentare con oggetti”.

Immortalato anche nel libro di Renato Miracco, Direttore dell’Istituto di Cultura di New York “Instant Book-Artisti Italiani a New York”, la sua fama è arrivata anche in Italia, proprio grazie ai suoi lecca lecca di moda. Ora spera “di poter lavorare nel mio paese, sarebbe interessante”.

Nel frattempo Massimo Gammacurta sta realizzando un libro suoi “suoi” lecca lecca ed una mostra a Parigi e New York.

 

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO

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