23 ottobre 2008. - Anche gli editori italiani dall'estero hanno potuto partecipare, seppur virtualmente, al dibattito che si è svolto ieri nella sala delle Colonne a Roma all'interno del seminario talkshow multimediale "Per un nuovo sistema di provvidenze all'informazione italiana all'estero". Un confronto serrato tra editori e rappresentanti del parlamento e del governo presenti in sala, moderati dal direttore di Rai International Piero Badaloni. Ad aprire questa sessione di lavori l'intervento di Pina Costa, responsabile area promozione e sviluppo di Assocamerestero, l'associazione che rappresenta le 74 Camere di commercio italiane presenti in 48 paesi. Tra le attività camerali anche quello dell'editoria rivolta alle comunità d'affari, con "36 riviste e 98 bollettini on line". Questa attività editoriale - ha spiegato Costa - ha l'obiettivo di ve icolare le opportunità di affari e lo stile di vita italiano visto come business. Il target non è solo rappresentato dagli italiani in Italia o all'estero, ma da tutti gli operatori d'affari nel mondo, "perché lavoriamo in una comunità di business". Target internazionale, quindi, ma contenuti italici: "siamo un canale e un mondo fatto di italicità", ha aggiunto Pina Costa, e quindi disponibili a essere consultati sui temi riguardanti il settore dell'editoria italiana all'estero.

Numerose le mail arrivate durante il dibattito. Nicola Rainò, direttore de "La Rondine", portale di notizie per gli italiani in Finlandia, ha posto due domande provocatorie ai presenti in sala sull'editoria italiana on line all'estero: "Siete tutti d'accordo che non se ne fa niente? - chiede Rainò -. Sapete che esistono testate che lavorano da anni facendo informazione ‘tempestiva' per i connazionali e le comunità locali?".

Giovanni Capirossi, direttore di "Punto d'Incontro" (Messico) ha scritto che l'aiuto da parte dell'Italia alla stampa all'estero "è un investimento che darà buoni risultati e non è inutile assistenzialismo come pensano alcuni". Capirossi non si riferisce - come lui stesso tiene a precisare - ai contributi, ma in particolare alla pubblicità istituzionale da parte di governo e istituzioni.

"Sono secoli che ne parliamo - afferma Capirossi - e non siamo mai riusciti a raggiungere nessuna conclusione".

Rodolfo Ricci, in rapprersentanza dell'editrice Filef-Emigrazione Notizie non ha potuto intervenire di persona ma ha anche lui seguito il seminario on line e ha voluto comunque mandare un proprio contributo via mail esprimendo la necessità di un riequilibrio e di un ampliamento delle risorse destinate al mondo dell'informazione, per e dall'estero. "Questa è - secondo Ricci - una condizione fondamentale per valorizzare al meglio l'opportunità costituita dalla presenza italiana nel mondo che oggi può saldarsi con l'altra grande opportunità costituita dalla presenza di milioni di cittadini immigrati nel nostro paese. Da queste due straordinarie "portae mundis" o aperture verso il mondo, e dal modo in cui sapremo con esse positivamente rapportarci, dipende gran parte del futuro nostro e delle future generazioni di italiani in patria. Chiudere queste porte o limitarne la funzione - sottolinea Ricci - può so lo significare una opzione contraddittoria e forse patologica rispetto alla storia millenaria del nostro paese".

"Sono dell'opinione che oltre all'italiano si deve ammettere anche la lingua locale, nella diffusione di notizie sull'Italia". Questo è quanto ha scritto Vezio Nardini, editore della rivista Oriundi di San Paolo, quando il dibattito si è incentrato sul tema della lingua da scegliere e privilegiare nelle testate italiane all'estero. "Ricordo che l'Italia stessa, all'interno del territorio nazionale, riconosce diverse lingue, oltre all'italiano. L'Istituto Italiano di Cultura di San Paolo che nei suoi comunicati via internet usa esclusivamente la lingua portoghese, poiché la riconosce come quella adatta ad essere intesa dal 100% del pubblico. Noi stessi - ha proseguito Nardini -, siamo nati come un periodico completamente bilingue. Poi, per non aumentare le pagine ed i costi, abbiamo abbandonato la duplicità, dando priorità a un maggiore contenuto a scapito del bilinguismo. Ma finora se c'è qual cosa che vogliamo che sia inteso da tutti, lo pubblichiamo nella lingua locale, il portoghese". "Si può diffondere l'italianità - ha concluso - anche se si scrive o si parla in un'altra lingua". Opinione diversa quella di Gabriella Patti, giornalista corrispondente da Roma per America Oggi: "o si sta da una parte o si sta dall'altra", afferma la giornalista, riferendosi alle testate multilingue.

Riguardo al tema delle sovvenzioni e dei contributi ai periodici per le comunità italiane all'estero è intervenuto il direttore di Info Usa Magazine, Ro Pucci. "Da lungo tempo, ormai - scrive Pucci -, la mia rivista in quattro lingue svolge un lavoro continuo d'informazione per i lettori italiani anche di lingua inglese, spagnola e portoghese. I miei articoli sono stati pubblicati da testate importanti con un volume ed un indice di gradimento documentabili. Per il mio impegno che ha incluso la creazione e la gestione ininterrotta della mia rivista non ho mai ricevuto alcun sussidio. Credo sia tempo che il governo italiano riconosca il mio come altri impegni dello stesso genere e che nel farlo si evitino discriminazioni e favoritismi. Quello che spero è che si metta da parte la politica e che si applichi solo un gioco corretto. Tutto qui", ha concluso il direttore di Info Usa Magazine.

Anche Edit di Fiume, editore dei prodotti giornalistico - editoriali in lingua italiana rivolti alla comunità italiana in Croazia e Slovenia al momento non riceve fondi dal governo italiano. Importante sovvenzionare realtà come questa, ha spiegato il direttore Silvio Forza, perché rappresentano "un viatico per il mantenimento della coscienza nazionale: 'scrivono di noi, quindi esistiamo'" è il pensiero della comunità. "Si tratta di uno straordinario veicolo e catalizzatore del senso di appartenenza".

 

(News Italia Press)