27 febbraio 2012 - La Fiat fa discutere in questi giorni. Il suo amministratore delegato, Marchionne, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera da cui emerge l'immagine di un capo azienda che sa quello che vuole e lo vuole quanto prima, consapevole e orgoglioso di avere restituito al Presidente Obama i soldi che erano stati imprestati alla Chrysler che lui, Marchionne, è riuscito a rimettere in sesto.

Quanto alla tradizione storica della FIAT in Italia sembra che a Marchionne importi poco, visto che lui è pagato ( molto, ma secondo le quotazioni internazionali dei top-top managers) per far funzionare le aziende e produrre profitto. E, dal suo punto di vista, non possiamo dargli torto. I soldi dello stato italiano alla FIAT sono stati dati nell'arco di cento anni, sotto la minaccia di licenziamenti di migliaia di persone. Ma così si comportavano tutte le grandi famiglie imprenditoriali della Penisola.

Si parla della FIAT perché i tre operai-sindacalisti di Melfi accusati dall'azienda di sabotaggio delle linee di produzione e assolti dal giudice di Potenza che ha imposto di riassumerli percepiranno lo stipendio ma sono stati invitati dal capo del personale a starsene a casa. Che è poi quello che i sindacalisti di livello normalmente fanno.

Si parla della FIAT perché un altro giudice ha condannato il giornalista Formigli a pagare sette milioni di euro all'azienda per il danno morale ed oggettivo causato, sembra, da un servizio televisivo in cui si criticava la MITO. Tra i commenti dei vari colleghi che si strappano i capelli e le vesti strillando che si tratta di un attentato alla libertà di informazione, torreggia quello del direttore del telegiornale della 7, Enrico Mentana, che ricorda come da decenni stuoli di giornalisti italiani abbiano ricevuto in comodato perpetuo e senza limiti per il chilometraggio macchine della casa torinese.

 

L'Alfa Romeo Mito.
 

Da parte nostra sottolineamo che non ci risulta che alcun giornalista specializzato nel settore auto abbia mai scritto dopo le prove che le auto prodotte dalla FIAT avevano difetti, che invece puntualmente venivano poi verificati da chi quelle vetture le acquistava. Ricordiamo per esperienza personale la Mirafiori che aveva una tubazione del radiatore che passava all'interno dell'abitacolo. "Ci faccia mettere un rubinetto per l'estate." ci sentimmo dire dal capo servizio della filiale Fiat. Oppure l'aria condizionata della Panda e della Lancia Ypsilon che trasformava queste auto in una calle veneziana, perché non smaltivano la condensa.

 

La Lancia Ypsilon.

 

Quanto alla 500 ci farebbe piacere vederne in giro in America a competere con le Mini. Marchionne sembra si sia espresso in maniera negativa sul marketing di questa vettura. Chissà se è vero. Resta il fatto che le vendite sono pari alla metà di quanto previsto dalla Fiat, mentre Mercedes, BMW, Volgswagen stravendono negli USA tutti i loro modelli molti dei quali fabbricati in Messico e venduti a caro prezzo negli States.

 

(oscar bartoli / puntodincontro)

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27 de febrero de 2012 - Fiat ha sido tema de discusión en estos días. Su administrador delegado, Marchionne, concedió una larga entrevista al Corriere della Sera que muestra la imagen de un empresario que sabe lo que quiere y quiere obtenerlo lo más pronto posible, consciente y orgulloso de haberle pagado al presidente Obama el dinero que fue prestado a Chrysler, compañía que él, Marchionne, logró salvar de la quiebra.

La tradición histórica de FIAT en Italia parece no importarle mucho a Marchionne, ya que le pagan (mucho, pero dentro de los estándares de las cotizaciones internacionales de los altos directivos) para hacer que la empresa funcione y genere utilidades. Y, desde su punto de vista, no podemos echarle la culpa. El dinero con el que el Estado italiano apoyó a Fiat durante cien años fue obtenido bajo la amenaza de despidos de miles de personas. Pero es así como se han comportado todas las más importantes familias de emprendedores de la Península.

Se habla de Fiat en estos días porque los tres trabajadores-sindicalistas de Melfi acusados por la empresa de sabotaje a las líneas de producción y absueltos por el poder judicial de Potenza que ordenó su recontratación, recibirán regularmente su sueldo, pero fueron invitados por el jefe de recursos humanos a quedarse en casa. Nadie puede negar, sin embargo, que se trata de una situación bastante normal entre los lideres sindicales.

Y también se habla de Fiat porque otro tribunal condenó a un periodista de Formigli a pagar siete millones de euros por el daño moral y material causado a la compañía, al parecer por un reportaje televisivo en el que se critica el Alfa Romeo MITO. Entre los comentarios de varios colegas que se rasgan las vestiduras gritando que se trata de un ataque a la libertad de expresión, destaca el del director del noticiero de La7, Enrico Mentana, recordando que desde hace décadas multitudes de periodistas italianos han recibido coches de la empresa de Turín en préstamo perpetuo y sin límites de kilometraje.

En cuanto al Fiat 500 (cinquecento) nos encantaría ver más de ellos en el continente americano compitiendo con el Mini. Marchionne, parece haberse pronunciado de manera negativa sobre las posibilidades de comercialización de este modelo. Quién sabe si tenga razón. El hecho es que las ventas registradas corresponden a la mitad de las previsiones de Fiat, mientras Mercedes, BMW, y Volgswagen venden como pan caliente todos sus modelos a altos precios en los Estados Unidos, muchos de ellos fabricados en México con ventajas importantes desde el punto de vista de los costos de producción.

 

(oscar bartoli / puntodincontro)