La ristrutturazione dei consolati
e la riforma di Comites e Cgie

Le dichiarazioni del sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica.

Alfredo Mantica29 giugno 2009. - “Vi è la necessità di cambiare il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero e di legarlo sempre di più alla specificità del territorio e delle varie collettività. Questo va riconosciuto in una riforma sostanziale del Cgie che deve agire come punto di raccordo fra i Comites e i parlamentari della circoscrizione Estero.

Un’altra strada da percorrere, legata alla crisi economica e finanziaria che colpisce anche l’Italia, è quella difficile dei tagli alla spesa pubblica e quindi anche ai fondi destinati agli italiani all’estero. Bisogna quindi operare nella convinzione che vi sono dolorose riduzioni delle risorse, ma anche alcuni tagli che  stimolano il cambiamento nell’utilizzo di questi fondi che in molti casi spendiamo male”.

Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica nel corso della puntata, in onda ieri sui Rai Italia, della trasmissione “Italia chiama Italia - Sportello Italia” condotta in studio da Giovanna Carollo  

Per quanto riguarda la ristrutturazione della nostra rete consolare Mantica ha ricordato come in realtà il piano proposto dal Governo si articolerà in  tre anni, in pratica verrà attuato entro la fine del 2011, e preveda la chiusura di 16 consolati, la soppressione della nostra ambasciata in Zambia e il declassamento di cinque sedi consolari.  Il sottosegretario ha  evidenziato come, anche al fine di sopperire al problema delle grandi distanze presenti in Australia e negli Stati Uniti, si stia approntando un innovativo sistema informatico, dotato di specifici terminali sul territorio,  che faciliterà la fruizione dei servizi consolari da parte dell’utente. 

“Capisco – ha proseguito Mantica - le ragioni degli australiani e degli americani, mi stupiscono per altro le posizioni che sono state prese in Europa, dove il Belgio è ad esempio grande come il Lazio. Al momento, - ha aggiunto il sottosegretario – dopo gli incontri con i sindacati, i parlamentari e il Cgie, non ho ancora ricevuto su questo tema una proposta concreta e alternativa, mentre invece il governo su alcuni punti, e lo dico ufficialmente, sarebbe disposto anche a considerare soluzioni diverse e quindi a cambiare opinione. Vi sono infatti due o tre argomenti, che vanno dall’Australia agli Stati Uniti, fino alla Svizzera, su cui si potrebbe aprire un ragionamento”.

Sul fronte delle riforme Mantica, dopo aver ricordato la necessità di  rafforzare le funzioni e il ruolo dei Comites e di procedere al loro rinnovo nel dicembre 2009, ha sottolineato l’esigenza sia di aprire i Comitati alla società attraverso l’introduzione delle liste elettorali di genere, dedicate alle donne e ai giovani, sia di ridurre il numero dei Comites sul territorio, attualmente sono 138, eliminando quelli inattivi. In questo ambito Mantica ha anche segnalato l’inopportunità della presenza di più Comites nella medesima città, e la necessità di favorire la diffusione, ovviamente non attraverso dettami di legge, della buona prassi che prevede l’uso dell’italiano all’interno dei Comitati.

Sulla riforma del Cgie il sottosegretario si è detto d’accordo con le ipotesi di rinnovamento che prevedono una forte la presenza dei vertici dei Comites e degli esponenti delle regioni all’interno del nuovo Consiglio Generale. “Credo – ha aggiunto Mantica – che dal Cgie debbano sparire i membri di nomina governativa. Consiglieri che oggi svolgono un ruolo molto simile all’azione di controllo sul governo che invece deve essere portata avanti dagli eletti della circoscrizione Estero. Penso che il Consiglio Generale potrebbe non cambiare nome, ma dovrà essere assolutamente diverso da quello che è ora”.

 

(G.M.-Inform)