Nel cielo le stelle
nel campo le spine

Di Alejandra Daguerre.
Illustrazioni di Martín Lopeztovar.

 

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Martín Lopeztovar. Stelle e Spine. © 2011.
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20 agosto 2011. - Quando ero bambina e vivevo ancora in un paesino, ebbi una discussione con il mio amico Edgardo. Avevamo un legame fortissimo, di quelli che nascono dal "crescere insieme". Una fratellanza nata non solo come compagni di classe a scuola, ma anche dallo stare vicini, passando pomeriggi interi in viaggio per le strade della vita tra il karting e la bicicletta.

Durante una tranquilla notte d'estate, mentre guardavamo il cielo e ci sentivamo esperti della materia, gli dissi che le stelle brillavano perché erano "le candele degli angeli”. Edgardo non solo mi rise in faccia, ma dimostrandomi il suo alto livello di raziocinio sull’argomento, cominciò a spiegarmi la verità delle cose dicendo: “non è così ... le stelle sono i buchi da dove piove. Passa di lì l'acqua che viene dall'alto, dal cielo, e poi bagna le piante per far crescere il grano ... capisci?”

Quella sera ci lasciammo prima del solito e ognuno tornò a casa sua ...

Ci eravamo letteralmente afferrati a verità diverse. Per la prima volta ci trovavamo di fronte ad una rottura delle nostre relazioni diplomatiche, perché io e lui — immersi in un sepolcrale silenzio— volevamo difendere "la nostra verità individuale". Quel fatto rappresentó il nostro primo disaccordo e dissenso forte.

Ora lo ricordo con grande tenerezza, ma dopo un’analisi più a fondo, credo che si tratti di un vero modello di ciò che ci succede quando ci chiudiamo davanti agli altri pensando di essere padroni della verità.

Quante volte la nostra verità è così assoluta che non ammette revisioni? Quante volte abbiamo discusso (con qualcuno che emotivamente ci interessa molto) solo perché non tollerevamo il suo punto di vista diverso? Quante volte nessuno dei due aveva ragione, ma non siamo riusciti a "relativizzare" le nostre posizioni?

Vedete? Un dolce ricordo d'infanzia è riapparso sotto forma di disaccordo coniugale e mi ha segnalato una zona d’allarme ...

Noi donne elaboriamo spesso approfondimenti romantici e idilliaci, e dal centro della nostra sensibilità (quasi-ormonale) crediamo che si tratti dell'unica spiegazione possibile. Gli uomini, d’altro canto, elaborano processi mentali e ci rispondono dal punto di vista della razionalizzazione estrema, annullando altre possibilità solo perché non hanno il supporto del fatto, credendo che la supremazia della ragione sia l'unica strada. Non so quale sia la verità, so solo che nessuno possiede la certezza assoluta ... e tanto meno ha il diritto di imporla.

Propongo (e mi propongo) di lavorare insieme per creare buoni collegamenti, di diventare autori di "rapporti con le stelle", di occuparci e concordare con i nostri affetti, di godere e celebrare insieme la vita. Dalla nostra orgogliosa rigidezza cerchiamo solo di sostenere e convalidare la nostra verità, verità cieca e assoluta che squalifica, vanità di ego che ci rende sordi … dalla superbia dell'ego non ascoltiamo …e quando ce ne renderemo conto, sarà probabilmente troppo tardi è ci saremo già persi fra le stelle.

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.


**Martín Lopeztovar ha studiato disegno di comunicazione grafica ed è co-fondatore dello studio Corvo Art Design di Città del Messico.

Dal 2011 è impegnato nella realizzazione di progetti personali, per i quali si concentra su soggetti artistici, dipinti ed oggetti. È stato invitato a partecipare a diversi progetti di design, illustrazione e animazione. La sua opera dal titolo "Serenata” è stata selezionata per essere pubblicata nell’8° catalogo di illustratori per l'infanzia e la gioventù (FILIJ), organizzato in Messico dalla CONACULTA.

Ha collaborato alla serie di cartoni animati per la MVS dal titolo "La Vita Animata" (1996) come character designer, animatore e regista di animazione. Alcune delle sue illustrazioni sono state pubblicate sulle seguenti riviste: ELLE (Messico), Marieclaire (Messico), Buenhogar (Messico), Literal / Latin American Voices, Enviva. Collabora, inoltre con diverse aziende messicane e di altri paesi per la produzione di materiale pubblicitario.

 

(alejandra daguerre / martin lopeztovar / puntodincontro)

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20 de agosto de 2011. - Cuando era una niña y aún vivía en un pequeño pueblo, tuve una aguerrida discusión con un amigo Edgardo. Teníamos un vínculo muy fuerte, el que te da “crecer en simultáneo”; una hermandad forjada no solo por ser compañeros del colegio, sino por la vecindad y esas tardes enteras de recorrer los caminos de la vida entre el karting y la bicicleta.

En una plácida noche de verano, mirando el cielo y haciéndonos los entendidos en la materia, le conté que las estrellas brillaban porque eran “los veladores de los angelitos”. Edgardo no sólo se burló, sino que mostrándome su gran racionalización en el tema, comenzó a explicarme la verdad de las cosas diciendo: nada que ver…”las estrellas son los agujeritos por donde llueve”; entonces pasa por ahí el agua que viene de más arriba, del cielo, que después riega las plantas y crece el trigo … ¿Me entiendes?

Esa noche nos despedimos antes que de costumbre y cada uno regresó a su casa...literalmente estábamos parados en veredas diferentes. Por primera vez se planteaba una ruptura de relaciones diplomáticas, porque cada uno y en el más sepulcral silencio defendería “su verdad individual”. Esta discusión marcó nuestro primer y fuerte disenso…

Hoy recuerdo este hecho con gran ternura; pero desde una re-lectura más exhaustiva, creo que es un auténtico modelo de lo que nos pasa cuando nos encerramos creyendo ser los dueños de la verdad.
Cuantas veces nuestra verdad es tan absoluta que no admite revisiones?

Cuantas veces discutimos (con alguien que afectivamente nos interesa y mucho) porque no toleramos su punto de vista diferente?

Cuantas veces ninguno de los dos tiene razón, y sin embargo no podemos “relativizar” nuestra postura?

Se dan cuenta? un cálido recuerdo infantil se actualizó en un disenso conyugal, y me marcó una zona de alerta…

Muchas veces las mujeres tenemos apreciaciones románticas e idílicas; y desde el epicentro de nuestra sensibilidad (cuasi hormonal) creemos que es lo único válido que existe. Otras veces los hombres hacen procesos de pensamiento y nos responden desde la racionalización extrema, echando por tierra otros puntos de vista solamente porque no tienen sustento fáctico, creyendo que la supremacía de la razón es el único camino.

No sé cuál será la verdad, solo sé que nadie es dueño de las certezas absolutas…y mucho menos tiene el derecho de imponerlas…

Les propongo y me propongo trabajar para generar buenos vínculos, ser hacedores de “relaciones con estrella”, cuidar y consensuar con nuestros afectos, disfrutar y celebrar juntos la vida; porque en nuestra petulante rigidez, queremos sostener y validar solo nuestra verdad, descalificamos, desoímos desde el engreimiento del ego, que por cierto es ciego y absoluto; y cuando nos damos cuenta…seguramente sea tarde … ¡ya estamos bien estrellados!

 

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.


**Martín Lopeztovar Estudió diseño de comunicación gráfica y es co-fundador de corvo art design studio en la Ciudad de México.

A partir de 2011 está trabajando en proyectos personales, para los cual se centra en temas artísticos, objetos y pinturas. Ha sido invitado a participar en diversos proyectos de diseño, ilustración y animación. Sus ilustraciones tituladas “Serenata” fueron seleccionadas para publicarse en el 8° Catálogo de Ilustradores de Publicaciones Infantiles y Juveniles FILIJ, convocado por el CONACULTA. Colaboró en la serie de dibujos animados para MVS titulada “La Vida Animada” (1996) como diseñador de personajes, animador y director de animación.

Algunas de sus ilustraciones han sido publicadas en las revistas: Elle (México), MarieClaire (México), Buenhogar (México), Literal / Latin American Voices, Enviva. También colabora con varias compañías en México y otros países para la producción de material publicitario.

 

(alejandra daguerre / martin lopeztovar / puntodincontro)