Vittima di te stesso

Di Alejandra Daguerre.
Illustrazioni di Martín Lopeztovar.

 

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Martín Lopeztovar. Vittima di te stesso. © 2011.
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25 giugno 2011. - Dicono che nel Medio Evo un uomo fu ingiustamente accusato di aver ucciso una donna. In realtà, l'autore del crimine era una persona influente e pertanto cercarono un capro espiatorio per nascondere il vero colpevole. L'uomo fu rapidamente arrestato e portato a giudizio (per dare una rapida risposta alle proteste sociali), sapendo che sarebbe stato condannato, senza nessuna possibilità di scampo, a morire sulla forca.

Il giudice (corrotto e complice) cercò di far apparire tutto come un processo giusto agli occhi del popolo, e per sembrare accondiscendente davanti al pubblico disse all'imputato: «Conoscendo la vostra reputazione di credente e devoto del Signore, lasciamo a Lui il vostro destino. Scriverò su due fogli separati le parole colpevole e innocente. Sceglierete poi uno di loro e sarà la mano di Dio a decidere il vostro destino»

Naturalmente, il giudice scrisse «colpevole» su entrambi i fogli e la povera vittima capì subito il suo chiaro svantaggio: era stato vittima di un tranello e non c’era via di scampo ...

Il prigioniero ricevette l’ordine di scegliere uno dei fogli piegati. L'uomo respirò profondamente, rimase in silenzio con gli occhi chiusi, e quando la sala cominciò a spazientirsi, afferrò uno dei due pezzi di carta e con un rapido movimento se lo portò alla bocca e lo inghiottì.

Sorpreso e indignato, il Giudice inveí contro l’atteggiamento scorretto e irrispettoso dell’accusato: «Il popolo attende con ansia il verdetto e voi, di nuovo, ci avete preso in giro!»

«È molto semplice» rispose l’imputato «basterà leggere il pezzo di carta che è rimasto e tutti sapranno cosa diceva quello che mi sono mangiato...»

Fra brontolii e mormorii (mal dissimulati) dovettero liberare il prigioniero.

Non siamo più nel medioevo ma passiamo per situazioni difficili tutti i giorni.

Accuse, ingiustizie, capri espiatori, incomprensioni, tradimenti e corruzione ... sono purtroppo all'ordine del giorno.

Potremmo lasciarci andare al reclamo (certamente giustificato) e generare dentro di noi una centrale elettrica di frustrazione e rabbia furibonda; oppure possiamo lavorare in un'altra direzione, promuovendo l'ingegno e l'inventiva. La quota di originalità che tanto ci motiva e ci riempie d’orgoglio è nelle nostre stesse risorse ... è parte di ognuno di noi ... e vive dentro di noi. È nel modo in cui ci vediamo, nelle possibilità che cerchiamo, nella maniera in cui dimostriamo il nostro interesse per le cose, nei nostri sogni ed obbiettivi ... ma ho una cattiva notizia: nessuno lo può fare per te!

Siamo noi i responsabili di mettere in moto la nostra creatività. Siamo abituati alla vittimizzazione, e rimaniano fermi perché è più facile lamentarsi passivamente dell'ingiustizia che attivare la giustizia. Non ci rendiamo conto che la vittimizzazione è una minaccia crudele per la nostra autostima ... la indebolisce, la ferisce, ci rende "impotenti".

Non mettiamo il nostro destino nelle mani di altri. Non dobbiamo restare ad aspettare che qualcun’altro ci salvi. Tutti noi abbiamo "risorse creative" che possiamo mettere in azione; sono la vera chiave per affrontare il mondo in maniera diversa.

Dare la colpa agli altri, alle circostanze difficili ed ai fattori esterni, invece di concentrarci sul nostro potenziale interiore, è la mentalità che ci blocca e ci lascia incollati ai nostri limiti: se lo continuiamo a farlo, poco a poco ci convinceremo che la soluzione è al di là delle nostre possibilità ... e ci sembrerà irraggiungibile.

Conclusione:

Per difficile che sembri una situazione di vita, per ingiusto che possa esserel'atteggiamento degli altri, per più che ci sorprendano tempi di battaglie e disperazione mentre noi ci sentiamo disarmati e senza forza, dobbiamo cercare una soluzione combattendo fino all'ultimo momento ... anche se apparentemente è tutto perso.

Siate creativi! Nessuno può usare le tue risorse, né invadere la tua immaginazione. Bisogna generare idee, percorrere nuovi sentieri, cantare, ballare, studiare, ridere forte, svegliare i sensi ... ti rendi conto di quanto si può trovare là davanti?

Non diventate VITTIME DI VOI STESSI ...

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.


**Martín Lopeztovar ha studiato disegno di comunicazione grafica ed è co-fondatore dello studio Corvo Art Design di Città del Messico.

Dal 2011 è impegnato nella realizzazione di progetti personali, per i quali si concentra su soggetti artistici, dipinti ed oggetti. È stato invitato a partecipare a diversi progetti di design, illustrazione e animazione. La sua opera dal titolo "Serenata” è stata selezionata per essere pubblicata nell’8° catalogo di illustratori per l'infanzia e la gioventù (FILIJ), organizzato in Messico dalla CONACULTA.

Ha collaborato alla serie di cartoni animati per la MVS dal titolo "La Vita Animata" (1996) come character designer, animatore e regista di animazione. Alcune delle sue illustrazioni sono state pubblicate sulle seguenti riviste: ELLE (Messico), Marieclaire (Messico), Buenhogar (Messico), Literal / Latin American Voices, Enviva. Collabora, inoltre con diverse aziende messicane e di altri paesi per la produzione di materiale pubblicitario.

 

(alejandra daguerre / martin lopeztovar / puntodincontro)

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25 de junio de 2011. - Cuentan que en la Edad Media, un hombre fue injustamente acusado de asesinar a una mujer. En realidad, el verdadero autor era una persona influyente y por eso buscaron a un "chivo expiatorio" para encubrir al verdadero culpable. El hombre fue llevado rápidamente a juicio (para dar una respuesta al clamor social), sabiendo que no tendría oportunidad de escapar al veredicto:

“MORIR EN LA HORCA”.

El Juez (corrupto y cómplice) cuidó que pareciera un proceso justo a los ojos del pueblo y a modo de ser condescendiente con el público le dijo al acusado: "Conociendo tu fama de hombre creyente y devoto del Señor, vamos a dejar en manos de Él tu destino. Escribiré en dos papeles separados las palabras culpable e inocente. Tu escogerás uno de ellos y será entonces la mano de Dios la que decida tu destino".

Por supuesto, el juez escribió dos papeles con la misma leyenda: "CULPABLE" y la pobre víctima se dio cuenta de su clara situación de desventaja: todo era una trampa. No había escapatoria posible…

Se conminó al prisionero a tomar uno de los papeles doblados. El hombre inspiró profundamente, quedó en silencio con los ojos cerrados, y cuando la sala comenzaba a impacientarse, escogió uno de los papeles y en una veloz maniobra lo acercó a su boca y se lo tragó.

Sorprendido e indignado el Sr Juez le reclamó frente al público testigo por su indebida e irrespetuosa actitud: “Ellos esperan ansiosamente el veredicto y ... ¡Ud. Nuevamente nos burla!".

"Es muy sencillo" respondió el acusado, "SOLO ES CUESTIÓN DE LEER EL PAPEL QUE QUEDA, Y TODOS SABRÁN QUE DECÍA EL QUE YO ELEGÍ…

Con rezongos y disgustos mal disimulados, tuvieron que liberar al acusado.

Ya no estamos en la Edad Media, pero situaciones difíciles transitamos todos los días.

Acusaciones, injusticias, chivos expiatorios, errores de interpretación, traiciones, corrupción…son tristemente la moneda corriente.

Podríamos atarnos a la queja (ciertamente justificada) generando en nuestro interior una usina de frustraciones y enojos furibundos; o podemos trabajar en otra dirección, fomentando el ingenio y la inventiva. La cuota de originalidad que tanto nos motiva y enorgullece la tienen nuestros propios recursos…está en cada uno de nosotros…vive en nuestro interior. Está en la manera en la que nos miramos, está en las posibilidades que buscamos, en como reflejamos nuestro interés por las cosas, en nuestras inquietudes…pero hay una mala noticia: nadie puede hacerlo por vos!!!

Somos nosotros los responsables de poner en movimiento el pensamiento original. Venimos acostumbrados a la victimización, y nos quedamos ahí porque es más fácil quejarse pasivamente de la injusticia que hacer activa la justicia. No tomamos conciencia que la victimización es un cruel incentivo para nuestra autoestima… la erosiona, la debilita, nos torna “impotentes”.

No pongamos nuestro destino en manos ajenas. No esperemos que otro sea nuestro salvador. Todos tenemos “recursos creativos” para poner en acción; y ellos son la verdadera clave para salir al mundo de manera distintiva ...

Culpar a los demás, a las difíciles circunstancias, a factores externos, en lugar de enfocarnos en nuestros potenciales internos, es la mentalidad que nos detiene y nos deja anclados a la limitación; poco a poco creeremos que la solución estará afuera…y encima nos resultará inalcanzable.

Moraleja:

Por más difícil que se nos presente una situación de vida, por más injusta que sea la actitud de los otros, por más que nos sorprendan tiempos de batallas y desganos…y nosotros así, sin fuerzas ni armamento; busquemos la salida luchando hasta el último momento…aún cuando en apariencia todo está perdido.

¡SEAMOS CREATIVOS! Nadie puede digitar tus recursos ni invadir tu imaginación. Generemos ideas, transitemos nuevos caminos, cantemos, bailemos, estudiemos, riamos a carcajadas, despertemos los sentidos… Te das cuenta todo lo que hay por delante?
No te conviertas en VICTIMA DE TI MISMO…

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.


**Martín Lopeztovar Estudió diseño de comunicación gráfica y es co-fundador de corvo art design studio en la Ciudad de México.

A partir de 2011 está trabajando en proyectos personales, para los cual se centra en temas artísticos, objetos y pinturas. Ha sido invitado a participar en diversos proyectos de diseño, ilustración y animación. Sus ilustraciones tituladas “Serenata” fueron seleccionadas para publicarse en el 8° Catálogo de Ilustradores de Publicaciones Infantiles y Juveniles FILIJ, convocado por el CONACULTA. Colaboró en la serie de dibujos animados para MVS titulada “La Vida Animada” (1996) como diseñador de personajes, animador y director de animación.

Algunas de sus ilustraciones han sido publicadas en las revistas: Elle (México), MarieClaire (México), Buenhogar (México), Literal / Latin American Voices, Enviva. También colabora con varias compañías en México y otros países para la producción de material publicitario.

 

(alejandra daguerre / martin lopeztovar / puntodincontro)