Il Re e la Regina

43 nuovi record ai mondiali di nuoto a Roma.
Michael Phelps e Federica Pellegrini: due settimane da raccontare.

Michael Phelps e Federica Pellegrini: 8 record ai mondiali di nuoto di Roma nel 2009.

 

3 agosto 2009 - Il nuoto saluta i Mondiali di Roma stordita dai record (43): non ci sarà più forse un altro Mondiale con questa cascata di primati, causati dall’irruzione dei supercostumi. "Non eravamo nuotatori ma gommonauti" diceva con una battuta fulminante Massimiliano Rosolino, il capitano di un’Italia da dieci medaglie. Roma 2009 sarà ricordata per i numeri record, per le polemiche del prima, per come ha dato un’immagine positiva al mondo, e per quei campioni che grazie alle straordinarie performance hanno regalato due settimane da raccontare.

IL RE — Michael Phelps, l’eroe degli 8 ori di Pechino, anche con un programma ridotto e una sconfitta nei 200 sl, è tornato a essere l’inesausto fenomeno, raccogliendo il miglior bottino di titoli (5, per un totale di 21 in carriera). Ha vinto la gara più tirata e tesa contro il serbo Cavic nella rivincita dei 100 farfalla e nella quale è stato infranto il muro dei 50" (da entrambi). Ha perso da Paul Biedermann, che a livello maschile passerà alla storia per aver strappato i record mondiali ai più grandi - da Gross a Van den Hoogenband, da Thorpe a Phelps -, tedesco potente emerso anche grazie ai body.

LA REGINA — Federica Pellegrini, con 2 ori e 3 record mondiali nei 200 e 400 sl, ha fatto impazzire l’Italia del nuoto: era questo il suo unico obiettivo dopo il titolo olimpico. Federica ha dimostrato di avere numeri superlativi (infrangendo il muro dell’1’53" e dei 4’), di tenere la scena come nessun’altra, di ribadire la sua forte personalità e classe da numero uno assoluta dividendo anche per la famosa frase ("sono io l’italiana più forte di sempre") ma in questo momento si può considerare la più popolare, forte anche di prestazioni altisonanti. In questo ha vinto il confronto con Alessia Filippi, che dopo l’oro nei 1500 (specialità non olimpica) s’è fermata al bronzo negli 800 sl, senza toccare i primati mondiali della compagna ma considerando che gareggiava in casa e aveva pressioni moltiplicate. Fino ai Giochi di Londra 2012, Alessia dovrà recitare nel posto d’onore e dovrebbe cominciare a fare scelte più nette: essendo infatti polivalente, per dominare una specialità o al massimo due, deve sacrificare qualcosa. Magari puntando tutto sullo stile libero, e ingaggiando davvero un confronto tecnico con Federica nei 400. Le due medaglie della vicecampionessa olimpica degli 800, sono stati gli altri momenti di emozioni al diapason per l’Italia delle corsie.

EQUILIBRI — La Cina è tornata ad alti livelli, gli Usa si sono confermati perdendo però qualche gara di troppo (leggi Peirsol nei 100 dorso, la Soni nei 200 rana) come l’Australia che senza Sullivan e le occasioni mancate da Libby Lenton si consola con l’oro nei 200 farfalla della Schipper. La Russia salva il bottino con il titolo della piccola Efimova nei 50 rana, e la Francia dei supervelocisti addirittura pur salendo sul podio più volte manca, clamorosamente l’oro.

TUFFI — Tania Cagnotto con il bronzo dai 3 metri e l’argento nel sincro con Francesca Dallapè, è stata l’altra azzurra che nella prima settimana di gare ha attirato curiosità e attenzione nella disciplina dominata dalla Cina. Per Tania, averne battuta una, è stato un momento storico.

FONDO - L’oro di Valerio Cleri nella 25 km, brilla doppiamente: perché è l’unica medaglia al maschile azzurra. Il fondo così torna a riprendersi le attenzioni grazie anche a Martina Grimaldi, sul podio nella 10 km "olimpica".

PALLANUOTO — L’oro della Serbia premia una scuola e 15 anni dopo il trionfo, il Settebello patisce l’onta del peggior risultato della sua storia. Agli ottavi è fuori anche il Setterosa. Urge rinnovamento, ma anche pazienza. La pallanuoto si gioca davvero il suo futuro.

SINCRO — Beatrice Adelizzi è diventata la prima italiana sul podio del nuoto sincronizzato: uno sport difficile, dove anche sorridere fa parte della prova, durissimo per l’impegno che costa 8 ore di allenamento al giorno. Anche in questo, il successo mediatico e di pubblico del Mondiale, può aiutare le sincronette a uscire dall’anonimato. Basta non farsi sfuggire l’occasione.

(Stefano Arcobelli / gazzetta.it)