Una nuova potente arma contro l’Alzheimer: la vitamina B

Rallentare o addirittura arrestare la progressione devastante
della malattia di Alzheimer utilizzando una vitamina. Lo studio.

 

9 settembre 2010. - Sembrerebbe una soluzione troppo semplice, facile. Eppure è quanto hanno scoperto scienziati britannici: la vitamina B può rallentare o arrestare la progressione della demenza, o malattia di Alzheimer.

Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford, ha coinvolto 168 pazienti poi suddivisi a caso in due gruppi. Agli appartenenti al primo gruppo è stata data da assumere una compressa giornaliera contenente alte dosi di vitamine del gruppo B, acido folico, B6 e B12, il tutto per due anni. A quelli del secondo gruppo, o gruppo di controllo, un placebo.

Dai risultati si è scoperto che questa supplementazione riduce dal 30 al 53% il marcato restringimento del cervello associato alla demenza. Una scoperta rivoluzionaria che suggerisce come, spesso, le soluzioni non devono necessariamente essere complicate.

«E’ una soluzione molto semplice: dare a qualcuno delle vitamine e proteggere il cervello», ha commentato un co-autore dello studio, il dottor David Smith, sulle pagine della rivista PloS One (Public Library of Science ONE). I «risultati sono estremamente promettenti», ha poi aggiunto, e questo, a detta dei ricercatori, potrebbe aprire un’interessante discussione se i supplementi a base di vitamina B debbano essere prescritti a tutte le persone con la Mild Cognitive Impairment (MCI) – un’anticamera della demenza e Alzheimer che si sviluppa nella metà delle persone colpite.

A detta degli scienziati, questo è il primo studio a mostrare una speranza che potrebbe rivoluzionare tutta la ricerca in merito. Sei si tiene conto che solo nel Regno Unito 500 persone ogni giorno sviluppano l’Alzheimer, la possibilità di tagliare questa incidenza anche solo del 10% avrà un significativo impatto, sottolineano gli scienziati.

A provocare il restringimento del cervello, che nei limiti è un fenomeno naturale con l’avanzare dell’età, si ritiene sia una sostanza chiamata omocisteina, un aminoacido presente nel sangue. Tuttavia nelle persone anziane che presentano livelli più elevati di omocisteina, si mostra un maggiore restringimento del cervello. La vitamina B potrebbe essere l’arma per combattere questo restringimento anormale poiché regola la presenza di questo aminoacido nel sangue.

Anche se altri scienziati si dicono scettici nei confronti delle vitamine, il professor Smith e colleghi ritengono che questi risultati siano degni di nota e maggiori di quello che ci si poteva aspettare.

«E' nostra speranza che questo semplice e sicuro trattamento ritarderà lo sviluppo della malattia di Alzheimer in molte persone che soffrono di lievi problemi di memoria», conclude Smith.

Il 21 settembre 2010 ci sarà la XVII Giornata Mondiale dell’Alzheimer, e questa potrebbe essere una buona notizia per tutte le persone coinvolte in questa problematica. (lm&sdp)

 

    ALZHEIMER ITALIA

 

(La Stampa)

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