L’antidoto anti-stress?
una telefonata alla mamma

Per affrontare al meglio situazioni difficili basta un «contatto» virtuale
(almeno alle bambine) .

Telefonata alla mamma.

 

13 maggio 2010. - Il telefono non allungherà la vita, ma certamente riduce lo stress. Soprattutto se all’altro capo del filo c’è la mamma e a chiamare è la figlia. Una telefonata funziona come un vero abbraccio e cambia la chimica del cervello: aumenta la produzione dell’ossitocina, l’ormone dell’amore e della tranquillità, e aiuta a superare i momenti difficili. Capita, nella vita di tutti i giorni, di dover affrontare situazioni particolarmente stressanti che fanno aumentare, nel sangue, i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress). Così alcuni antropologi americani della Madison University in Wisconsin hanno studiato un gruppo di bambine, fra i sette e i dodici anni, alle prese con discorsi da improvvisare e problemi di matematica particolarmente difficili da risolvere, per capire come potevano tranquillizzarle.

COME UN ABBRACCIO - E hanno sperimentato diversi sistemi, suddividendo le bambine in tre gruppi. Un terzo di loro erano confortate, prima delle prove, dalle mamme in persona, anche attraverso il contatto fisico di un braccio attorno alle spalle. Un altro terzo trascorreva un’oretta a guardare un video, neutrale da un punto di vista emotivo. L’ultimo gruppo faceva, invece, una telefonata alla mamma e, in quest’ultimo caso, l’effetto «sedativo» risultava veramente impressionante. Paragonabile a quello dell’abbraccio. «Si sa che il contatto fisico, con un familiare di riferimento come la mamma, determina la liberazione di ossitocina e si sa che l’ossitocina contrasta gli ormoni dello stress– commenta l’autore della ricerca, Leslie Seltzer – Adesso abbiamo scoperto che anche il contatto virtuale, attraverso il telefono, ha gli stessi effetti: la voce della mamma funziona come un vero abbraccio».

IL GENERE - La ricerca, in pubblicazione su Proceeding of the Royal Society B, è in linea con una serie di studi che hanno valutato le differenze di genere nella risposta allo stress. Di fronte a una situazione stressante, infatti, gli uomini rispondono secondo un modello che si può sintetizzare nel concetto «scappa o difenditi»: in altre parole l’organismo attiva meccanismi biologici che preparano alla lotta contro il con un bambino oppure difendersi senza danneggiare entrambi>. Ecco perché le donne sono più propense a creare o nemico o la fuga. Le donne, invece, rispondono secondo lo schema del «prenditi cura e sii amichevole» (che gli anglosassoni chiamano tend-and-befriend) dove il «prenditi cura» si riferisce alla tutela dei figli e «sii amichevole» indica la ricerca di protezione in un gruppo sociale di riferimento.

QUESTIONE DI ORMONI - «È difficile, infatti, scappare – spiega Seltzer – se ci si ritrova a sfruttare un legame sociale per difendersi da una situazione di stress: legame che può aumentare la produzione di un ormone, come l’ossitocina che, principalmente, serve a stimolare la contrazione dell’utero durante il parto e la lattazione, ma è capace anche di aumentare la capacità di empatia e di comprensione dello stato d’animo altrui e di favorire il rapporto con gli altri».

 

(Corriere della Sera-Adriana Bazzi)

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