Intolleranza al lattosio,
non bisogna evitare i latticini

Guai a eliminarli del tutto: si rischiano carenze gravi.
Per di più molti riescono a tollerarne piccole dosi.

21 aprile 2010. - Una buona notizia per chi non tollera il lattosio: privarsi completamente di latte e formaggi non è sempre necessario per evitare i disturbi dovuti all'intolleranza. Il più delle volte basta non esagerare con le dosi: la dieta ci guadagna e non si rischiano carenze nutrizionali.

Parola dei National Institute of Health statunitensi, che si sono da poco pronunciati al riguardo con un documento di consenso per sgombrare il campo da false credenze.

STUDI – Gli esperti americani hanno ripreso in mano tutti gli studi più recenti sull'intolleranza al lattosio e le strategie per conviverci. Chi ne soffre non ha un enzima per digerire il lattosio, lo zucchero presente nel latte; in Italia come negli USA il disturbo è molto diffuso, si stima infatti che riguardi dal 21 al 25 per cento della popolazione. «Eliminare completamente latte e latticini dalla dieta, come molti pazienti credono sia necessario per evitare i disturbi, espone a carenze nutrizionali e deficit che alla lunga possono avere conseguenze sulla salute – ha dichiarato uno degli autori del documento, Robert Heaney della Creighton University –. I latticini sono i cibi più ricchi di calcio e vitamina D, privarsene significa mettere a rischio la salute delle ossa e non solo, visti i tanti studi che dimostrano l'importanza della vitamina D nella prevenzione di moltissime malattie».

Le ricerche riesaminate dagli esperti americani rivelano anche un altro elemento, parecchio importante: la maggior parte degli intolleranti al lattosio può introdurre 12 grammi di lattosio (l'equivalente di una tazza di latte) senza o con pochissimi sintomi. «Vero, nella maggior parte dei casi l’attività dell’enzima per digerire il lattosio è solo parzialmente compromessa, per cui i pazienti riescono a tollerare piccole quantità di lattosio senza sintomi troppo fastidiosi – conferma Antonella Muraro, responsabile del Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e la Cura delle Allergie e delle Intolleranze alimentari del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova –. I casi in cui i sintomi sono molto gravi, con diarree e dolori addominali che peggiorano molto la qualità della vita, sono per fortuna una minoranza».

CONSIGLI – «Anche nei casi più seri, però, è possibile non rinunciare ai latticini – prosegue Muraro –. All’inizio si fa seguire una dieta di esclusione; poi, quando dopo qualche mese c’è una completa remissione dei sintomi, iniziamo a introdurre minime quantità di latticini, man mano crescenti, spesso somministrando anche l’enzima per aiutare il paziente a digerire il lattosio. In questo modo quasi tutti, poi, riescono a mangiare piccole dosi di latticini senza conseguenze». Farlo è importante per la salute, soprattutto quella dei bimbi: per non comprometterne la crescita è comunque opportuno che mangino latte e derivati. Magari scegliendo prodotti privi o a contenuto ridotto di lattosio, che possono fornire il giusto apporto di tutti gli altri nutrienti. Altri “trucchi”? Scegliere latte scremato o parzialmente scremato e berlo accompagnandolo a un piccolo snack, perché a stomaco pieno lo si tollera meglio. E portare spesso in tavola yogurt e parmigiano, un formaggio ricchissimo di preziosi nutrienti e quasi sempre “ben accetto” anche agli intolleranti al lattosio.

 

(Corriere della Sera - Elena Meli)

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