Un mondo sempre più miope
perchè non guardiamo l'orizzonte

La colpa non è di pc o televisori.
È che stiamo troppo poco tempo all'aria aperta.

 

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27 ottobre 2011. - Non sappiamo più guardare lontano. A forza di mettere a fuoco schermi o fogli di carta, gli occhi hanno perso l’abitudine di fissare l’orizzonte. E fra le conseguenze c’è l’aumento della miopia nei paesi industrializzati. Negli Stati Uniti il disturbo della vista più comune che esista (un miliardo e mezzo di persone nel mondo) è passato dal 25 per cento del 1972 al 42 del 2004. Singapore, con l’incidenza più alta del mondo, arriva all’80 per cento, mentre un italiano su quattro è miope, costretto molto spesso a indossare gli occhiali fra l’età delle elementari e quella dell’università.

Ma libri, tv e computer sembrano questa volta innocenti. Né carote e mirtilli sono più considerati toccasana. Le principali nemiche della miopia sono le ore trascorse all’aria aperta. Lo si era iniziato a notare una manciata di anni fa, e oggi uno studio presentato all’American Academy of Ophthalmology in corso a Orlando conferma che per bambini e adolescenti ogni ora in più alla settimana trascorsa all’aria aperta fa diminuire la probabilità di diventare miopi del 2%.

I ragazzi costretti a indossare occhiali hanno l’abitudine di passare fuori casa 3,7 ore alla settimana in meno rispetto a quelli con dieci diottrie, secondo i dati presentati da due ricercatori dell’università di Cambridge, Anthony Khawaja e Justin Sherwin.

I benefici dell’aria aperta non si limitano dunque a linea e metabolismo.

Le possibili ragioni per cui uscire di casa protegge dalla miopia sono due. Da un lato la luce naturale, molto più brillante delle lampadine, protegge la forma del bulbo oculare stimolando nella retina la produzione di dopamina, un neutrotrasmettitore che svolge tra l’altro la funzione di limitare la crescita del bulbo oculare. Dall’altro, quando ci troviamo all’aperto il nostro occhio tende naturalmente a mettere a fuoco oggetti più lontani, o addirittura l’orizzonte se ci si trova a distanza dalle città.

La ricerca dell’università inglese mette insieme i risultati di otto studi condotti negli ultimi quattro anni, per un totale di 10.400 fra bambini e adolescenti osservati, in cui si misurava da un lato la qualità della vista e dall’altro lo stile di vita. Mentre è apparso chiarissimo il legame fra la salute degli occhi e il tempo trascorso fuori casa, nessun dato ha dimostrato che la miopia sia effetto diretto delle ore passate sui libri, davanti alla tv o comunque mettendo a fuoco oggetti che si trovano a una distanza di circa 30 centimetri.

Chi guarda molta tv ma compensa con le ore passate all’aria aperta non è più soggetto a miopia di chi disdegna il telecomando. E sembra anche sfatata l’idea secondo cui lettura e schermi “stanchino gli occhi” causando la deformazione del bulbo oculare (disturbo che comunque resta in buona parte determinato dai geni ereditati). Né lo sport di per sé - se praticato al chiuso in palestra o nei palazzetti - aiuterebbe a mantenere la capacità di vedere lontano.

Non a caso, al netto del patrimonio genetico, i bambini con l’occhio di aquila sono quelli studiati in Australia, paese dalla luce chiara e dagli orizzonti vasti in cui le ore passate all’aria aperta (14 alla settimana) sono molte di più rispetto a Singapore (appena 3 ore alla settimana), capitale delle diottrie mancanti.

 

(elena dusi / repubblica.it / puntodincontro)

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27 de octubre de 2011. - No sabemos mirar hacia lo lejano. Al enfocar una y otra vez pantallas u hojas de papel, los ojos han perdido la costumbre de ver el horizonte. Y entre las consecuencias la miopía está aumentando en los países industrializados. En los Estados Unidos este trastorno de la vista (el más común en el mundo, con 1.5 mil millones de personas que lo padecen) ha pasado del 25 por ciento en 1972 al 42% en 2004. Singapur, con la mayor incidencia en el mundo, llega al 80 por ciento, mientras que uno de cada cuatro italianos es miope, con frecuencia obligado a usar gafas entre la edad de la escuela primaria y la universidad.

Pero los libros, la televisión y las computadoras parecen inocentes en esta ocasión. Y las zanahorias y los arándanos ya no son considerados como una panacea. El principal enemigo de la miopía son las horas que se pasan al aire libre. Había empezado a notarse unos cuantos años atrás, y hoy un estudio presentado en la Academia Americana de Oftalmología que se celebra en Orlando confirma que para niños y adolescentes cada hora adicional por semana pasada al aire libre disminuye la probabilidad de convertirse en miope del 2%.

Los muchachos que se ven obligados a usar gafas tienen el hábito de pasar 3.7 horas por semana fuera de casa menos que los que poseen una vista perfecta, según los datos presentados por dos investigadores de la Universidad de Cambridge, Anthony Khawaja y Justin Sherwin.

Los beneficios del aire libre, por lo tanto, no se limitan a mantenerse delgados y al metabolismo.

Las posibles razones por las cuales salir de la casa protege contra la miopía son dos. Por un lado, la luz natural, mucho más brillante que la de las bombillas, protege la forma del bulbo ocular estimulando en la retina la producción de dopamina, un neurotransmisor que lleva a cabo, entre otras cosas, la función de limitar el crecimiento del globo ocular. Por otro lado, cuando nos encontramos al aire libre, nuestros ojos, naturalmente, tienden a concentrarse en objetos más lejanos, o incluso en el horizonte, si nos encontramos fuera de la ciudad.

 

(elena dusi / repubblica.it / puntodincontro)