Il processo di  democratizzazione,

primo sconfitto a Pechino 2008
Tramonta la speranza di un miglioramento dell'apertura cinese.

6 agosto 2008. - Molti vedevano le Olimpiadi di Pechino 2008 come un'opportunità, un'occasione per portare avanti, seppur di un piccolo passo, quel cammino verso un processo di democratizzazione e di apertura da sempre auspicato per il Paese, in termini di diritti umani.

Ma da questo punto di vista la speranza di un miglioramento della situazione in Cina sembra tramontare. Rimangono ancora in sospeso infatti diverse problematiche - che tempo fa anche Amnesty International aveva evidenziato - come la mancanza di trasparenza nell'applicazione della pena di morte, l'aumento delle detenzioni arbitrarie, la recrudescenza della repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani, l'assenza di libertà di stampa.

Oggi anche il ministro delle attività giovanili Giorgia Meloni è tornata sull'argomento: "Il presupposto di questi Giochi era proprio quello di cercare di chiedere con maggiore forza alla Cina passi avanti in materia di diritti umani e civili". Invece, "non si è mosso nulla ed anzi il problema sembra del tutto dimenticato". Ad aggravare la situazione poi, le azioni di gruppi dissidenti che hanno trovato nella grandezza dell'evento, l'occasione per dare spazio a gesti eclatanti, ultimo dei quali l'attentato di ieri nello Xinjiang, che ha causato la morte di 16 poliziotti e altrettanti feriti.

"Da una parte per queste Olimpiadi c'è stata un'apertura un po' costretta, anche per l'opinione pubblica internazionale, però questo non vuol dire che ci sarà un cambiamento vero e proprio dopo le Olimpiadi - afferma a News ITALIA PRESS Michele Soranzo che cura il portale Vivishangai e vive in Cina da sei anni -. Bisogna vedere cosa succederà. Adesso, per esempio, tanti siti che erano stati bloccati - come quello di Amnesty International, Bbc cinese, Wikipedia - sono stati riaperti, ma dubito che verranno mantenuti aperti anche dopo le Olimpiadi". E' difficile secondo Soranzo, dire cosa cambierà. Bisogna vedere se i cambiamenti apportati per i Giochi, saranno "mantenuti o abrogati". "L'attentato di ieri - afferma - &egr ave; il sintomo di una situazione che in Cina non è ancora stabile, almeno nelle province dove è forte la presenza musulmana". Quindi, se "le Olimpiadi per i Cinesi rappresentano uno scenario per mettere in mostra la propria economia, il proprio paese, il proprio sviluppo, ovviamente per i gruppi interventisti rappresentano anche uno scenario per mettersi in luce e farsi sentire".Questo è un evento che "ha un po' forzato ad aprire certi cancelli che erano chiusi", afferma Soranzo, però è difficile dire quanto rimarranno aperti, e soprattutto, se rimarranno aperti. "La Cina resiste all'occidentalizzazione: un paese così grande, con una cultura così lunga e una tradizione propria tende a resistere, imponendo i propri modelli anche di immagine e politici."

Sull'attentato di ieri News ITALIA PRESS ha sentito il parere del giornalista del Corriere della Sera ed esperto di terrorismo Guido Olimpo. "Ci troviamo davanti ad una realtà estremista che intende agire durante i Giochi Olimpici. L'attacco non era molto sofisticato - spiega Olimpio - però comunque ha fatto un gran numero di vittime, quindi possiamo dire che è un terrorismo che forse non è così professionale però in grado di arrecare danni. Bisogna poi vedere se questa realtà così spontanea si possa saldare con gruppi che sono più strutturati e che abbiamo maggiori capacità". Olimpio si riferisce in particolare a possibili legami con la rete di Al Qaeda: "Le Olimpiadi come tutti i grandi eventi, possono fornire la possibilità per gesti clamorosi, per attacchi terroristici. Non sarei sorpreso se i separatisti o i gruppi che rientrano in qualche modo in orbita 'qaedista' potessero attaccare i giochi". Il fatto che l'Etim neghi ogni responsabilità dell'attentato di ieri può voler indicare due cose secondo Olimpio: "una è che vogliano fare gli attentati ma senza essere coinvolti e questo ormai è un modus operandi che abbiamo già visto in passato. La seconda è che possa essere stato condotto da un gruppo minore, da un gruppo scissionista". Ad ogni modo, "è molto difficile tutelarsi: sicuramente la vigilanza può servire per prevenire forse azioni maggiori, azioni eclatanti con gli aerei, in stile 11 settembre".

Tuttavia, secondo l'esperto, il grande movimento di persone, la massa che si sposta durante i Giochi, può essere un facile obiettivo anche per un gesto dimostrativo: "Basterebbe lo scoppio di un ordigno a catturare l'attenzione". E comunque è inutile diffondere allarmismi: "bisogna abituarsi a convivere con certi fenomeni che non sono così frequenti, che ci sono e ci sono sempre stati, e non bisogna drammatizzare".

 

(News Italia Press)