La marcia d'oro di Alex Schwazer
L'azzurro, in testa per tutti i 50 km, trionfa col nuovo primato olimpico.

23 agosto 2008. - E' stato di parola Alex Schwazer. Aveva promesso di comandare la gara sin dalla partenza e così è stato. L'azzurro è rimasto in testa per tutti i 50 km da percorrere ed ha trovato l'affondo decisivo a meno di dieci chilometri dal traguardo. Il marciatore altoatesino ha chiuso in solitaria, stabilendo anche il nuovo record dei Giochi in 3'37"09.

«Dedico l'oro a mio nonno»
Gli avversari sono arrivati dopo un paio di minuti: argento all'australiano Jared Tallent e bronzo per il russo Nizhegorodov. La straordinaria prova di forza di Schwazer ha regalato così all'Italia il primo oro nell'atletica in questi Giochi, il settimo in totale. «Sono emozionatissimo», ha dichiarato in lacrime Alex Schwazer subito dopo la gara, «ho passato tutto l’ultimo giro in pista a piangere perchè per me è stato un anno difficile e l’arrivo a Pechino lo era stato ancor di più per la perdita di mio nonno, persona importantissima per me». Per ricordarlo, il marciatore altoatesino ha marciato con un segno di lutto sulla canotta.

La grinta dell'azzurro: «Non mi batte neanche Superman»
«In queste condizioni di forma non mi batte neanche Superman». Il marciatore altoatesino corona così una crescita durata tutto il quadriennio, con i bronzi mondiali di Helsinki 2005 e Osaka 2007, e soprattutto cancella nel migliore dei modi la delusione che quel bronzo in terra giapponese gli aveva dato. «Sapevo di star bene e credo che questa medaglia d’oro sia meritata perchè non smetto mai di lottare». Un anno fa ad Osaka, l’italiano si era dovuto accontentare di un bronzo che aveva vissuto come una beffa. Ma oggi si è preso la sua rivincita: «Un oro olimpico non ha confronti con alcun mondiale. Certamente però mi ero ripromesso di mettere la parola fine ai piazzamenti nelle grandi manifestazioni. Questa stagione è stata perfetta e Sandro Damilano è stato bravissimo a frenarmi quando ce n’era bisogno. Senza di lui non sarei mai arrivato a questi livelli».

«La ricetta del successo? La gioia di marciare»
«Serenità, felicità, divertimento». Sono le parole che Alex Schwazer ripete più spesso dopo la vittoria nella 50 km di marcia ai Giochi di Pechino. Il carabiniere altoatesino sembra avere appena finito una passeggiata nei boschi della sua Vipiteno anziché una delle prove più massacranti delle Olimpiadi: «Sono felice di fare questa attività, mi dà gioia marciare e penso che anche questo sia il segreto del mio successo». Ad una reporter cinese che chiedeva se ci fosse stato almeno un momento in cui l'emozione abbia avuto il sopravvento, il marciatore azzurro ha replicato: «Certo, quando sono entrato nello stadio. Da molto tempo, ogni giorno, non facevo che pensare a questa gara e quando mi sono trovato a entrare nello stadio da solo ho capito che ce l’avevo fatta».

 

(La Stampa.it)