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Il lavoro in Italia e in Messico.

 

 

 

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9 dicembre 2018 - L'OCSE ha pubblicato il 4 dicembre l'edizione 2018 di “Strategia per l'occupazione” (Job Strategy), che offre cifre e raccomandazioni politiche per aiutare i Paesi ad affrontare le sfide del mercato del lavoro nel quadro della trasformazione dettata dalla rivoluzione digitale , la globalizzazione e i cambiamenti demografici. Presentiamo di seguito i principali risultati di questo studio per l'Italia e il Messico.

Italia

Quantità, qualità e inclusività

L’Italia si posiziona tra i peggiori paesi dell'OCSE nei tre indicatori di quantità del lavoro, riflettendo tassi di occupazione persistermene bassi, soprattutto tra le donne.

La graduale ripresa economica dopo la lunga crisi ha contribuito all’ aumentato dei tassi di occupazione, tuttavia, questi rimangono al di sotto della media OCSE.

Gli indicatori di qualità del lavoro mostrano un quadro variegato per l’Italia. La qualità del reddito da lavoro, misurato come il reddito da lavoro corretto per il livello di disuguaglianza è superiore alla media OCSE. Tuttavia, il livello d’insicurezza nel mercato del lavoro (la probabilità di perdere il posto e restare senza reddito) è il quarto più elevato tra i paesi OCSE, a causa soprattutto di un alto rischio di disoccupazione e di bassi sussidi per questa situazione.

Le recenti riforme dovrebbero, però, aumentare considerevolmente la percentuale dei lavoratori coperti dal sussidio. I contratti a termine rappresentano la maggioranza dei nuovi contratti di lavoro, pesando dunque sul livello di insicurezza del mercato del lavoro. In Italia, il livello di stress da lavoro è in linea con la media OCSE, il 34% dei lavoratori riportano infatti di trovarsi in posti caratterizzati da un elevato carico di lavoro e poche risorse per farvi fronte.

Indicatori chiave per l'Italia 2016-2017 sul mercato del lavoro
(clicca sull'immagine per visualizzare il PDF)

Il livello di inclusività del mercato del lavoro in Italia è piuttosto debole. In seguito alla lunga recessione, la povertà relativa è aumentata: il 15% delle persone in età lavorativa vive in famiglie con un reddito inferiore al 50% del reddito medio, una percentuale nettamente maggiore della media OCSE. Inoltre, una crescente percentuale dei lavoratori è a rischio di povertà.

Il divario tra i redditi da lavoro di genere è superiore alla media OCSE, e il divario occupazionale di genere è anch’esso tra i più alti dei paesi OCSE. I gruppi svantaggiati hanno tassi di occupazione nettamente inferiori a quelli dei non svantaggiati, riflettendo quindi la mancanza di politiche sociali in diversi ambiti come le strutture per l’infanzia, l’integrazione degli immigrati e delle persone con disabilità. Questo divario è il terzo maggiore tra i Paesi OCSE.

Resilienza e adattabilità

La performance dell’Italia negli indicatori chiave di resilienza e adattabilità del mercato del lavoro è al di sotto della media OCSE, e ciò contribuisce agli scarsi risultati negli indicatori di quantità, qualità e inclusività del mercato del lavoro.

La lunga e profonda crisi economica ha causato un significativo aumento della disoccupazione, maggiore della media OCSE. Nonostante il tasso di disoccupazione sia diminuito negli ultimi anni, rimane ancora al di sopra della media OCSE. Tuttavia, la recente riforma del mercato del lavoro ha incentivato l’utilizzo di contratti più stabili e ha contribuito a rafforzare le politiche attive. Queste azioni potrebbero contribuire, in futuro, a una migliore capacità di far fronte a crisi economiche.

La produttività del lavoro italiana è diminuita nel periodo 2010-2016, raggiungendo il penultimo posto tra i Paesi OCSE dopo la Grecia. Questo calo della produttività riflette una sostanziale diminuzione negli investimenti privati durante la crisi e ostacoli consolidati al dinamismo delle imprese. Le competenze degli studenti sono inferiori alla media OCSE, riflettendo problemi di lunga durata e il finanziamento insufficiente del sistema di istruzione obbligatoria. La mancata corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste per il lavoro che svolgono è molto elevata, ciò richiede risorse maggiori e più mirate alla formazione e alla riqualificazione professionale.

Messico

Quantità, qualità e inclusività

Il tasso di disoccupazione in Messico ha continuato a ridursi ed è notevolmente inferiore alla media OCSE. Inoltre, il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni è basso a confronto con altri Paesi dell'organizzazione, il che riflette la scarsa presenza delle donne nel mercato del lavoro ed il calo della partecipazione dei giovani e dei lavoratori più anziani.

L'insicurezza del mercato del lavoro è inferiore alla media OCSE, a causa del basso rischio di disoccupazione. Tuttavia, questa misura non riflette l'alta incidenza del lavoro informale. D'altra parte, i costi personali associati alla perdita del posto di lavoro sono elevati, data l'assenza di un'assicurazione contro la disoccupazione e, più in generale, della bassa protezione sociale di cui godono i lavoratori informali.

Il Messico ottiene scarsi risultati nel campo della qualità del reddito, un fatto legato alla bassa produttività e a livelli altissimi di disuguaglianza delle retribuzioni. La tensione lavorativa è simile alla media OCSE, sebbene i messicani siano quelli che lavorano più ore tra i Paesi membri dell'organizzazione.

Caratteristiche del mercato del lavoro messicano
(clicca sull'immagine per visualizzare il PDF)

Nonostante i progressi degli ultimi anni, la nazione latinoamericana è ancora al di sotto della media OCSE in molti indicatori relativi all'inclusività nel mercato del lavoro, mentre la povertà continua ad essere un problema serio e persistente. Il tasso di reddito basso è tra i più alti dell'OCSE. Il tasso medio di occupazione dei gruppi svantaggiati rappresentava solo il 40% di quello corrispondente ai lavoratori di sesso maschile di età intermedia nel 2016, il secondo più alto divario tra i Paesi dell'OCSE. Le donne incontrano molte difficoltà nel mercato del lavoro e sono chiaramente svantaggiate rispetto alle loro controparti maschili. Il divario salariale di genere è stato del 54,5% nel 2015, a causa del basso tasso di occupazione femminile e della scarsa partecipazione delle donne.

Resilienza e adattabilità

La performance del Messico è relativamente buona in termini di resilienza del lavoro, riflettendo in parte le frequenti transizioni da e verso il lavoro informale. L'impatto delle crisi economiche sulla disoccupazione è limitato, dato che molti lavoratori non possono affrontare situazioni di disoccupazione di lunga durata.

La crescita della produttività del lavoro è stata leggermente superiore alla media OCSE tra il 2010 e il 2016, ma continua ad essere la più bassa dell'OCSE.

Il Messico registra la percentuale di studenti a basso rendimento più alta nell'OCSE. Quasi i tre quarti della popolazione di 15 anni ha abbandonato la scuola o non ha competenze di base, un aspetto legato alle disuguaglianze riscontrate nell'accesso a un'istruzione di qualità.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)