ECONOMIA E FINANZA
 

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24 dicembre 2018 - Intervistato dal quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore, Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni —compagnia petrolifera italiana fra le più grandi al mondo—, ha definito il Messico come «una delle frontiere strategiche per l’azienda».

Il dirigente ha spiegato il significato dell'alleanza con Qatar Petroleum, consolidata una settimana fa con la cessione alla società dell'emirato del 35% dei campi petroliferi di Amoca, Miztón e Tecoalli, che si trovano nell'Area 1 della Baia di Campeche.

«Il Qatar», ha detto, «è il primo produttore di gas naturale liquefatto (Gnl) con 57 milioni di tonnellate l’anno e punta ad arrivare a 100 milioni. Se poi si considera che il?Gnl pesa attualmente per il 40% nel mercato mondiale e che, da qui ai prossimi 15 anni, secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, salirà al 70%, appare chiaro che, per giocare un ruolo chiave in questo comparto, e noi speriamo di farlo, dobbiamo essere in Qatar. Ciò detto, si tratta di una partnership di lungo termine che non riguarderà solo il Messico, ma anche altri Paesi».

L’Area 1 era stata assegnata a Eni con una partecipazione del 100% a valle di una gara internazionale nel 2015.

L’intesa, come sempre accade in questi casi, dovrà essere approvata dalle autorità messicane, ma intanto Eni rafforza l’asse con Qatar Petroleum di cui è già partner nel Blocco 24, dove il gruppo italiano detiene il 65% ed è operatore.

«Sono orgoglioso del fatto che lo sviluppo dei campi dell'Area 1 è ben incamminato a diventare il primo progetto offshore di una società straniera ad entrare in produzione dopo la Riforma Energetica in Messico», ha sottolineato Descalzi lo scorso 16 dicembre durante l'annuncio dell'alleanza.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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