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17 dicembre 2019 - La Commissione nazionale dei salari minimi del Messico —il cui Consiglio dei rappresentanti comprende membri del governo, dei dipendenti sindacalizzati e dei datori di lavoro— ha annunciato un aumento del 20% alle retribuzioni minime a partire dal 1° gennaio a livello nazionale e del 5% nella zona limitrofa al confine settentrionale del Paese.

Lo stipendio più basso consentito dalla legge passerà da 102,68 pesos a 123,22 pesos al giorno, ovvero 3.746 pesos al mese (circa 178 euro), mentre nella zona franca del confine settentrionale, dove lo scorso anno il salario è stato raddoppiato, aumenterà da 176.72 a 185.56 pesos al giorno, cioè 5.641 pesos al mese (circa 267 euro).

Il ministro federale del Lavoro Luisa María Alcalde ha affermato che si tratta del maggior aumento negli ultimi 44 anni. «È una svolta che pone fine al calo del 73% del potere d'acquisto registrato per oltre 4 decenni. Stimiamo che questo provvedimento andrà a beneficio di 3,44 milioni di lavoratori».

«Il mio riconoscimento agli imprenditori del Messico» —ha dichiarato il presidente Andrés Manuel López Obrador— «per aver appoggiato la crescita salariale ed aver agito come stanno facendo. Continueremo con questa politica. Il salario minimo determina sempre i salari contrattuali».

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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