ECONOMIA E FINANZA
 

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23 gennaio 2019 - Due giorni fa, Luisa María Alcalde Luján, ministro del Lavoro e della Previdenza sociale del governo messicano, ha affermato che la riforma del 2012 che ha incluso, per la prima volta, limitanti alla pratica dell'outsourcing «non è servita», nonostante i requisiti previsti per evitare la «precarizzazione dell'occupazione».

In questo Paese latinoamericano, gli schemi di subappalto lavorativo —che secondo le stime di  ManpowerGroup coinvolgono circa 16 milioni di persone, l'80% dei posti di lavoro formali registrati nell'Istituto messicano della previdenza sociale (IMSS)— vengono a volte utilizzati per evitare che i dipendenti abbiano accesso ad alcuni dei diritti previsti dalla legge.

Per questo motivo, tra gli altri, è stata inviata alla Camera dei Deputati un'iniziativa che riforma la Ley Federal del Trabajo e promuove l'implementazione delle modifiche alla Costituzione approvate il 24 febbraio 2017 al fine di garantire la giustizia nel lavoro.

Alcalde Luján ha spiegato che il governo guidato dal presidente Andrés Manuel López Obrador svolgerà ispezioni per individuare casi di «subappalto abusivo», attraverso la creazione dell'Unidad de Trabajo Digno, che dipenderà dal sottosegretariato del Lavoro e della Sicurezza sociale. Verranno promosse, inoltre, le riforme necessarie per evitare queste pratiche.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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