ITALIA IN MESSICO
 

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14 dicembre 2019 - «Dopo la sentenza del mese di marzo 2018 che ha garantito la protezione della denominazione Asiago su tutto il territorio nazionale, le vendite di questo formaggio italiano in Messico sono aumentate del 170%».

La notizia è stata comunicata da Davide Ronda, rappresentante in terra azteca del Consorzio per la tutela del formaggio Asiago, ai partecipanti ad un pranzo di degustazione tenutosi pochi giorni fa presso il ristorante Alfredo di Roma della capitale messicana.

Hanno assistito Massimo Barzizza, direttore di Puntodincontro, Gerardo Cárdenas e Lucero Ceballos, rispettivamente direttore commerciale e direttrice delle vendite Foodservices del distributore Mexideli, Gabriele Manzone e Rafael García, di Mexa Foods, Julieta Cruz, della rivista Saborearte, Rafel del Valle Contreras, direttore della rivista Erre, e la giornalista Elsita Romo.

La versatilità dell'Asiago è stata esemplificata da un menu a tre portate —preparato in coordinamento con Mauro Chiecchio, chef esecutivo del ristorante— che ha permesso ai commensali di apprezzare la presenza di questo prodotto caseario a denominazione di origine in una fonduta per asparagi, in un risotto e in una salsa cremosa per un filetto di manzo.

L'esperienza degustativa è stata accompagnata dai commenti del gruppo da cui —oltre all'apprezzamento per la qualità del cibo— sono emerse interessanti osservazioni su alcune caratteristiche che distinguono le abitudini alimentari in Messico e in Italia. Tra queste, l'uso di varietà di riso dissimili e i diversi gradi di cottura con cui si prepara la pasta (e il riso stesso) nei due Paesi. Non sono mancati, inoltre, anche i suggerimenti per ampliare le possibilità di utilizzo di questo formaggio, compreso quello di una nuova e semplice preparazione di cucina fusion: le quesadillas di Asiago.

Il formaggio Asiago è oggetto di tutela D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) e la produzione deve quindi avvenire all'interno di un territorio circoscritto e solo con materia lattea proveniente da allevamenti ricadenti nel suo ambito. Le sue origini, che risalgono intorno all'anno Mille, si perdono nelle popolazioni dell'omonimo altopiano —localizzato nella zona settentrionale della provincia di Vicenza— sebbene oggi esistano caseifici dedicati alla sua lavorazione anche a Trento e nelle province di Padova e Treviso.

Massimo Barzizza e Davide Ronda

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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