ITALIA IN MESSICO
 

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22 novembre 2019 - Dopo essere giunto a Città del Messico il 28 ottobre e aver presentato la copia delle lettere credenziali al Direttore Generale del Protocollo del Ministero degli Affari Esteri qualche giorno fa, l'Ambasciatore Luigi De Chiara, nuovo capo della missione diplomatica italiana in Messico, ha accettato di rispondere ad alcune domande di Puntodincontro. Riproduciamo di seguito il contenuto dell'intervista.

Ambasciatore De Chiara, dopo tre settimane in Messico, quali sono le sue prime impresssioni?

Le mie prime impressioni sono assolutamente positive perché sto trovando in Messico una realtà decisamente più interessante, sia dal punto di vista professionale che anche dal punto di vista personale, di quanto le mie più rosee aspettative non mi lasciassero pensare alla vigilia della partenza.

Dal punto di vista professionale, mi sembra che il Messico sia uno dei Paesi nei quali l'Italia nel continente americano ha un canale di relazioni bilaterali robusto e può puntare ad esplorare un ulteriore rafforzamento dei rapporti.

Quali sono i suoi obiettivi come Ambasciatore d'Italia in Messico?

Gli obiettivi sono indubbiamente quelli istituzionali, che riflettono un po' anche la struttura dell'ambasciata e di tutte le componenti del Sistema Italia in Messico. Per quanto riguarda l'ambasciata, qui offriamo servizi consolari, non abbiamo altri consolati di carriera in Messico, ma abbiamo una rete piuttosto importante di consolati onorari che seguiamo dalla capitale.

Si tratta, comunque, di una comunità consistente, dispersa su su un territorio vasto. Dal punto di vista delle relazioni economico-commerciali, il Messico è oramai il nostro secondo partner commerciale nel continente americano, prima di Paesi come Argentina, Brasile e Canada e secondo solo agli Stati Uniti.

Peraltro, mi sembra che ci siano prospettive di ulteriore crescita, non solo dei flussi commerciali, ma anche degli investimenti produttivi, che sono già molto consistenti. Di questo si occupa chiaramente anche l'ufficio locale dell'Istituto per il commercio con l'estero, con il quale l'ambasciata lavora in perfetta armonia e coordinamento.

Dal punto di vista delle relazioni politiche c'è tanto e credo che con la nuova amministrazione del presidente López Obrador ci sia ancora di più da fare. C'è tanto nel settore della cooperazione, ad esempio giudiziario-giuridica, e molto si può fare anche in relazione a ad aspetti che, mutatis mutandis, per i due Paesi presentano numerose affinità e che ad oggi non sono stati ancora esplorati.

Faccio un esempio: Italia e Messico —in due situazioni molto complesse e parzialmente diverse— sono entrambi Paesi di transito di flussi migratori dal Sud verso il Nord del mondo. Questa caratteristica comune probabilmente offre delle possibilità di collaborazione, ad esempio in ambito multilaterale, che non credo siano state ancora appieno esaminate. Si tratta, inoltre, di due governi —quello italiano e quello messicano— che hanno un particolare accento sulle politiche sociali e anche lì —a livello globale, ad esempio in ambito G20, di cui l'Italia avrà la presidenza nel 2021— c'è la possibilità di lavorare insieme per proporre al resto del gruppo un affinamento della riflessione sulle politiche sociali e sull'affermazione degli aspetti più deleteri dei processi di globalizzazione.

Abbiamo anche altri settori, non vorrei dimenticarne nessuno, per cui continuo un po' più sinteticamente. Nel settore della collaborazione nel campo scientifico e della ricerca abbiamo qui un'addetta molto attiva e si è appena costituita due anni fa un'associazione dei ricercatori italiani in Messico. Da imprese comuni in questo ambito possono sorgere non solo collaborazioni universitarie, ma anche di carattere economico e produttivo.

Nel settore politico, ci sono appuntamenti in vista già a partire dal prossimo anno, con la commissione binazionale e con un'importante missione imprenditoriale, che potranno far nascere nuove attività di collaborazione bilaterale.

Il problema è sempre quello del limite delle risorse disponibili. Il ministero fa uno sforzo, dai servizi consolari a quelli economico-commerciali, di utilizzazione delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione, che ci permettono di aumentare la nostra attività in costanza di risorse o in risorse decrescenti. Mi sembra che a Città del Messico, in ambasciata e negli altri centri di attività del Sistema Italia —come ad esempio l'Istituto di cultura, la Camera di commercio, la Dante Alighieri e l'Accademia d'Arte di Firenze grazie all'impegno dei singoli, la qualità dei servizi resi alla collettività o alle relazioni bilaterali sia già discreta e faremo un ulteriore sforzo per migliorarla.

Che modifiche ci saranno nel personale dell'Ambasciata?

Ci saranno le modifiche che corrispondono agli avvicendamenti di rito, oserei definirli. Tutto il personale del ministero degli Affari esteri —a parte i contrattisti locali— ha dei periodi fissi di permanenza in un Paese e questo è un periodo nel quale giungono a termine un certo numero di rotazioni, per cui nel giro di un anno praticamente sta cambiando tutta la parte direttiva dell'ambasciata.

È un peccato, perché perdiamo un patrimonio importante di conoscenze e di informazioni, ma d'altro canto c'è l'opportunità di costruire una nuova squadra, con energia ed entusiasmo. Cambierà anche la direzione dell'ufficio dell'Istituto del commercio con l'estero e più avanti, il prossimo anno, anche quella dell'Istituto italiano di cultura.

L'ICE/ITA è già stato trasferito al ministero degli Esteri? Come cambia l'organigramma in Messico?

Guardi, di fatto all'estero ICE e ambasciata sono già oggetto di un coordinamento molto stretto che, per lo meno in tutti i casi nei quali io ho avuto modo di lavorare, funziona perfettamente. Quindi all'estero non credo che cambierà granché.

Il cambiamento è principalmente un cambiamento di struttura a Roma. Credo che proprio in questi giorni verrà presentato il nuovo decreto organizzativo che prevede il passaggio della direzione del Commercio con l'estero dal ministero per lo Sviluppo economico al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Le cose che cambieranno probabilmente saranno in positivo, semplicemente perché il coordinamento e la sinergia sarà ancora più stretta.

Quali sono gli eventi più importanti previsti nell'agenda dell'Ambasciatore per il 2020?

C'è un meccanismo di consultazioni bilaterali che prevede la riunione di una commissione binazionale su base biennale. La commissione è presieduta dai ministri degli Affari esteri ed ha diversi tavoli di attività. L'edizione del prossimo anno sarà probabilmente un po' più complessa da organizzare, semplicemente perché c'è stata una soluzione di continuità politica rispetto all'ultima riunione, sia in Italia che in Messico, con due nuovi governi. Questo ci dà la possibilità di rendere ancora più concrete le attività dei tavoli e di far generare da queste riunioni nuovi campi di cooperazione bilaterale.

Il secondo appuntamento previsto per il prossimo anno ritengo che sia altrettanto importante: il Messico è stato scelto quale uno dei quattro Paesi nei quali il governo italiano organizzerà una missione imprenditoriale. Come dicevo prima, i legami economico-commerciali tra Italia e Messico sono già piuttosto forti, ma c'è senz'altro la possibilità di rafforzarli e questa missione di sistema imprenditoriale è certamente un'occasione da sfruttare a questo proposito.

Non escludo che ci siano altre visite di carattere politico, come normalmente accade fra due Paesi importanti come l'Italia e il Messico. Mi auguro che ci possa essere una visita al più alto livello, dal momento che il presidente Conte non credo che abbia ancora visitato l'America Latina. Spero che lo faccia e spero che includa il Messico.

Il nuovo accordo tra l'Ue e il Messico avrà risvolti positivi anche per l'Italia?

Ma io credo proprio di sì, anche perché abbiamo l'esperienza del primo accordo bilaterale, che ha portato un aumento notevole degli scambi commerciali fra l'area dell'Unione europea e gli Stati Uniti del Messico.

Il nuovo accordo, che è in dirittura d'arrivo —dal momento che credo che manchi semplicemente la definizione di una clausola relativa alla partecipazione da parte di imprese europee a gare d'appalto negli Stati messicani che è oggetto di consultazione fra il governo federale e i singoli Stati— amplia ulteriormente e rende più facili e fluidi gli scambi, eliminando del tutto i dazi.

Ad esempio, nel settore dei prodotti agricoli e dell'alimentazione ci saranno notevoli miglioramenti, rendendo le procedure doganali più spedite, per cui l'aspettativa è che quando entrerà in vigore il nuovo testo dovrebbe essere certamente più facile esportare beni prodotti in Italia in Messico.

Bisogna anche ricordare che, quando i negoziati saranno terminati, l'accordo sarà soggetto a una procedura di approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo e, considerata la sua natura globale, dovrà essere approvato e ratificato anche dai singoli Stati.

È già stato definito il calendario per il rinnovo dei Comites nel 2020? Quali sono le sue aspettative per il Comites in Messico?

Il calendario non è stato ancora definito e siamo in attesa di conoscere dal ministero i dettagli riguardo le date. Questo non significa che le attività di preparazione non siano già in corso: qui stiamo già incominciando a richiedere preventivi per spese postali per l'invio dei plichi e così via. Mi sembra di capire che non è un'operazione particolarmente complessa in Messico e mi auguro vivamente che sia così anche l'anno prossimo. I Comites normalmente giungono a scadenza ad aprile [ogni 5 anni, ndr].

Le mie aspettative sono che la situazione continui così come è successo fino ad ora. Dai primi riscontri che ho potuto avere, anche da parte della collettività, mi sembra che il Messico sia uno di quei Paesi dove l'istituzione Comites ha funzionato meglio e ciò va a tutto onore dell'attuale presidente e dell'attuale consiglio.

Chiaramente l'ambasciata, e in particolare la sezione consolare, è aperta a qualsiasi tipo di osservazione o di proposta che possa venire dalla collettività riguardo l'attività del Comites e l'organizzazione delle prossime elezioni.

Vuole inviare un breve messaggio agli italiani in Messico?

Il mio messaggio agli italiani in Messico è innanzitutto un ringraziamento per l'accoglienza più che calorosa da parte di coloro che ho già avuto l'opportunità di incontrare. È un messaggio di piena coscienza dell'importanza dell'attività degli italiani che hanno scelto questo Paese, nel passato così come attualmente. Credo che l'Italia sia caratterizzata da un'immagine positiva in Messico grazie anche all'operosità e alla laboriosità degli italiani che hanno vissuto e vivono qui.

La mia promessa, che farò di tutto per mantenere, è di cercare di uscire da Città del Messico il più possibile per visitare le collettività italiane che esistono praticamente dappertutto nel Paese, dare un sostegno ai consolati onorari —che svolgono un'attività veramente molto importante che ci aiuta nell'assolvere il compito di assistenza e di tutela dei connazionali— e avere il piacere di incontrare quanti più italiani possibile, per passare con loro tempo gradevole, conoscerci meglio e cercare di dare un servizio di qualità sempre migliore.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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