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28 novembre 2019 - Il 3 dicembre, a Montecitorio, il Consorzio per la tutela del caffè espresso italiano tradizionale, guidato dall’imprenditore trevigiano Giorgio Caballini di Sassoferrato, lancerà la candidatura dell'espresso all'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità.

«Nel dicembre del 2013» —ha spiegato Caballini— «sono venuto a sapere che il caffè turco era divenuto patrimonio immateriale dell'Unesco, per cui nel gennaio del 2014 ho cominciato a sondare il terreno per vedere chi fosse disposto ad appoggiare il progetto. All'iniziativa hanno aderito torrefattori, produttori di macchine di caffè, di macinadosatori e di tazzine di porcellana, oltre a diverse associazioni».

«Nel settembre del 2014 è stato fondato il Consorzio ed abbiamo potuto protocollare il dossier alla Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco nel marzo del 2016. Abbiamo poi sviluppato, assieme all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, 10 video tematici con tutti gli operatori del settore e sono state effettuate almeno una ventina di interviste».

«Abbiamo avuto degli incontri a livello ministeriale e il 3 dicembre ci riuniremo con la stampa a Montecitorio per presentare ufficialmente il progetto, affinché gli italiani conoscano questa importante iniziativa che valorizzerà un prodotto d'eccellenza che ci appartiene».

All'incontro alla Camera dei deputati interverranno Luca Fabbri, del Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti —organismo consultivo dell'Unesco—, e il sociologo Massimo Cerulo dell'Università di Perugia. Saranno presenti, inoltre, gli onn. Maria Chiara Gadda (Italia Viva), Filippo Gallinella (Movimento 5 Stelle), Federico Fornaro (Articolo Uno), Franco Manzato (Lega), Flavia Piccoli Nardelli (Partito Democratico), Roberto Pella (Forza Italia) e Luca De Carlo (Fratelli d'Italia).

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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