ITALIA IN MESSICO
 

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17 gennaio 2020 - Stefano Boeri, l'architetto italiano autore del Bosco verticale nel quartiere Isola di Milano —due grattacieli di 100 e 80 metri le cui facciate accolgono una biodiversità floristica di oltre 11.000 tra alberi, arbusti e essenze vegetali— sta esplorando un'espansione dello stesso concetto sotto forma di un intero centro urbano in Messico.

Situato appena fuori da Cancún, questo ambiente tentacolare è concepito con cura, in modo che la natura si trovi in perfetta armonia tra aree verdi e architettura costruita. Il progetto Smart Forest City occuperebbe 500 ettari di terreno che erano stati precedentemente designati per un centro commerciale. Il nucleo è nel verde: 7,5 milioni di piante, ovvero 2,3 alberi per residente. Le 400 specie da piantare sono state attentamente selezionate dalla botanica e architetto paesaggista Laura Gatti, garantendo un mix ponderato di vita vegetale.

Questi alberi, arbusti, cespugli e fiori non solo popoleranno parchi pubblici e giardini privati, ma funzioneranno come parte dei tetti verdi e delle facciate che renderanno la città efficiente dal punto di vista energetico.

Si tratta di un progetto con l'ambizione di cambiare il concetto tradizionale di fruizione turistica, ricercando maggior equilibrio con la natura e l'ambiente. Sappiamo tutti che il turismo non sempre coesiste adeguatamente con le esigenze della sostenibilità ed è sempre più sentita la necessità di minimizzare l'impatto dei flussi massivi e costanti di visitatori, che sono una vera e propria minaccia per i diversi tipi di ecosistema sui quali impattano, come un tornado incontrollabile.

Il Messico è uno dei Paesi dell'America Latina più visitati. Un paradiso per i turisti, e la ciliegina sulla torta è proprio la zona di Cancún, dove milioni di visitatori giungono ogni anno a caccia di natura, sole e spiagge con i delfini. A Cancún vi sono proposte per tutti i gusti e gli stati d'animo e i viaggiatori sono coccolati tutto il tempo come vorrebbero. Ma questo ha un prezzo e lascia dietro sé una folta scia di distruzione. Smart Forest City propone invece un prodotto che integri l'esperienza con l'innovazione e quest'ultima con la qualità ambientale, con una spruzzata esagerata di verde, fino a creare una città autosufficiente, concepita come sorretta da un'economia completamente circolare; autosufficiente nel cibo e nell'energia. Circondata da un anello di pannelli solari e campi agricoli da irrigare con le acque reflue.

La nuova città potrà ospitare 130.000 abitanti e sarà in grado di assorbire 116.000 tonnellate di anidride carbonica (immagazzinandone 5.800) all'anno.

Un altro dei punti salienti del progetto è la mobilità urbana. Dobbiamo pensare che, tra i turisti e gli abitanti di Cancun, vi sia un alto traffico di veicoli nella zona. Questa nuova città è progettata per avere un sistema di mobilità all'avanguardia e sostenibile. Il Gruppo MIC - Mobility In Chain di Milano per l'occasione ha proposto un sistema di trasporto articolato che consente a residenti e visitatori di lasciare i loro veicoli fuori città e fare affidamento esclusivamente sulla mobilità interna elettrica e semiautomatica, riducendo quasi a zero le emissioni.

Per un Paese in crescita come il Messico questo progetto rappresenta un tentativo di immaginare flussi turistici più sostenibili in un momento in cui le infrastrutture devono essere espanse a tutti i livelli. Come qualcuno ha detto: «Dobbiamo costruire di più per prosperare, almeno facciamolo con coerenza e cercando di rispettare l'ambiente». Non sappiamo se questa è la strada giusta o la giusta direzione, ma potrebbe esserlo, data la crescente preoccupazione per il cambiamento climatico, l'inquinamento, la distruzione dell'habitat e l'estinzione degli animali.

Ecco come nasce la sinergia tra l'archistar italiano Boeri e le autorità dello stato messicano di Quintana Roo: l'intento è provare a sviluppare un nuovo urbanismo più in conformità con il rispetto ambientale e senza fratturare l'economia di un'area.

Il progetto è stato presentato in occasione del Climate Action Summit che si è tenuto nel settembre 2019 a New York e che ha visto la partecipazione dei leader mondiali impegnati a discutere sui cambiamenti climatici; in quell'occasione si era detto che la cittadella intelligente e verde di Cancun sarà pronta nel 2026. Ma verrà realizzata o resterà sulla carta come un vecchio depliant patinato di utopie?
Cancun, 12 dicembre 2019: «I piani del gruppo investitore per sviluppare il progetto Smart Forest City Cancun dell'architetto e urbanista italiano Stefano Boeri, è quello di definire al più presto l'area in cui sarà collocato il colosso, che inizialmente sarebbe stato sviluppato sui terreni del fallito Dragon Mart, ora non più...» ha dichiarato alla stampa Bernardo Cueto Riestra, capo dell'Istituto per lo sviluppo e il finanziamento dello Stato di Quintana Roo (Idefin).

Bernardo Cueto Riestra, capo dell'Istituto per lo sviluppo e il finanziamento dello Stato di Quintana Roo (Idefin).

Insomma, il progetto è in fase concettuale e c'è ancora la necessità di definire dove collocarlo, ma il governo locale promette di dare presto maggiori dettagli. «Ci sono stati diversi incontri - prosegue Riestra - al momento siamo riusciti ad attirare l'interesse di un gruppo di investitori, che insieme all'architetto Boeri stanno concettualizzando un progetto molto interessante per il nostro Stato, e quando sarà il momento verrà annunciato dove potrà essere edificato, un dato che fino ad oggi posso assicurare che non è stato definito»».

Secondo indiscrezioni la volontà delle autorità è quella di trasformare il complesso in un centro di ricerca avanzata, con sei strutture dedicate ciascuna a uno dei principali problemi della società di oggi. Smart Forest City ospiterebbe tutti i servizi necessari per le aziende tecnologiche in modo da farle operare nelle migliori condizioni sostenibili possibile. Vedremo.

Stefano Boeri

(damiano laterza / ilsole24ore / puntodincontro.mx / adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)

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