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«Avviciniamo le cucine del Messico e dell'Italia»

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Ambasciata d'Italia Città del Messico

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21 agosto (ore 11:48) - Durante una conferenza virtuale organizzata dall'Università Iberoamericana e dal Nucleo Italia della sua Associazione Ex-Alunni, l'Ambasciatore del Messico nel Bel Paese, Carlos García de Alba, ha presentato ieri alcuni dati e riflessioni sulla cucina messicana.

«La spina dorsale della nostra gastronomia è l'agricoltura», ha detto il diplomatico.

«Solo 5 Stati della Repubblica Messicana» —ha aggiunto— «concentrano il 40% degli alimenti prodotti in Messico: Jalisco 12%, Stato del Messico 8%, Veracruz 7%, Guanajuato 6% e Sinaloa 5%. La loro disomogenea collocazione geografica è indice della grande diversità agroalimentare del Paese, parte del segreto del successo della nostra gastronomia».

«Solo 7 prodotti rappresentano il 53% delle attività agroalimentari in Messico: carne di manzo 12%, mais 10%, pollo 9%, latte bovino 7%, carne di maiale 6%, uova 5% e avocado 4%. Sono dati che inducono a riflettere».

«I 32 Stati della Repubblica hanno una ricca offerta culinaria e una buona varietà di prodotti agricoli. Non ce n'è uno in cui non si mangi bene e credo che anche questo faccia parte della forza della gastronomia messicana».

«L'8% del PIL messicano è agroalimentare e l'8,9% corrisponde al settore del turismo, con pesi specifici molto simili e, insieme, vicini a un quinto del valore totale dei beni e servizi prodotti nel Paese».

«Per quanto riguarda le bevande, tutti i mezcal che il Messico produce —compresa la tequila, che deve la sua denominazione all'utilizzo di una specifica tipologia di agave— sono in una fase di espansione, raffinazione e notevole crescita. Viene già esportata più tequila di quella consumata in Messico e gli Stati Uniti sono da molto al primo posto tra le destinazioni di questa graduatoria. Un fatto interessante è che in Messico la tequila è già consumata più dalle donne che dagli uomini».

«Sono sei i messicani stellati Michelin. Tra loro, l'unica donna —la queretana Karime López— vive in Italia ed è la chef di Gucci Osteria a Firenze».

«Ho il piacere di conoscerla, abbiamo fatto amicizia in questi mesi, ho avuto il privilegio di offrirle un ricevimento qui in ambasciata e lavoriamo a stretto contatto per promuovere la gastronomia messicana in Italia».

«Nel rapporto gastronomico tra il Messico e l'Italia ci troviamo di fronte a due cucine forti, di grande personalità, tradizione e ricchezza ed entrambe con grande capacità di convinzione ed espansione».

«Queste due cucine, classificate tra le prime cinque al mondo, si sono comunicate nella storia, ma non tanto quanto sarebbe auspicabile. Esistono casi storici di fusione e di trasferimento di conoscenza tra di loro, ma occorre fare molto di più per avvicinarle».

«Un caso di fusione è la polenta» —ha spiegato García de Alba— «un alimento a base di farina di mais bollita che si prepara fondamentalmente nel nord dello Stivale. Ed è grazie al Messico che molti italiani possono consumare questo piatto tipico e popolare».

«Ma, inoltre, cosa sarebbe la pasta senza il pomodoro? Questo prodotto dà senso alla pizza, alle lasagne, ai ragù e ai sughi che vengono preparati, per cui l'Italia deve molto storicamente all'agricoltura tradizionale messicana».

«Allo stesso modo, anche se non ho trovato un prodotto agricolo italiano specifico che possiamo dire sia stato esportato nel nostro Paese e che sia fondamentale per la gastronomia messicana, esistono esperienze italiane che ci sono state trasferite e sono importanti, tra cui l'arte della gelateria, che ha dato origine alle neverías. Il concetto è stato sviluppato in Italia nel XVII secolo, promosso dal siciliano Francesco Procopio. Nonostante il gelato sia stato concepito in Cina, la sua lavorazione e preparazione sono nate in Italia e per fortuna sono giunte anche in Messico».

«Cosa vogliamo fare all'ambasciata messicana in Italia per avvicinare queste due cucine? Prima di tutto conoscerci meglio, per questo ci siamo impegnati a creare la mappa, il censimento dei ristoranti messicani in Italia, che stiamo preparando con l'aiuto dei nostri dieci consoli onorari. Finora abbiamo registrato più di 200 locali messicani, di ogni genere, nella Repubblica Italiana. Non giudicheremo se sono buoni o no, poiché tutti aiutano a promuovere la nostra cultura e dobbiamo sostenerli. Stiamo, inoltre, costituendo l'Associazione per la promozione della gastronomia messicana in Italia, che ovviamente includerà anche i pub, perché le mezcalerías e tequilerías stanno diventando di moda».

«Un'altra iniziativa, pubblicata sul sito dell'ambasciata, è il concorso fusion di cucina messicana e italiana denominato “Xitomatl-Pomodoro, un dono del Messico al mondo”. Ci auguriamo che molte persone partecipino con ricette che combinano ingredienti, tradizioni e cultura di entrambi i Paesi. Tra i cinque membri della giuria c'è Karime López e il 16 novembre —decimo anniversario della dichiarazione di patrimonio immateriale dell'umanità per la gastronomia messicana—consegneremo i premi ai tre vincitori. Con il patrocinio di Grupo Bimbo e Grupo Industrial Maseca, che hanno importanti investimenti in Italia, pubblicheremo per il 2021 il calendario delle 12 migliori ricette partecipanti al concorso».

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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