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Covid-19, la situazione in Messico Remo'sPrinselAsiagoAmbasciata d'Italia in Messico

12 aprile 2020 (ore 17:11) - In Messico, le misure di distanziamento sociale «non vengono pienamente rispettate», ha affermato ieri il sottosegretario alla Prevenzione e alla promozione della salute del Paese latinoamericano Hugo López-Gatell, per cui ha chiesto l'intervento dei governi degli Stati della federazione.

Il funzionario federale incaricato di gestire la crisi sanitaria ha affermato che il maggior contributo all'isolamento è arrivato dalla chiusura delle scuole a livello nazionale il 23 marzo, poiché «da un giorno all'altro 15 milioni di persone hanno smesso di circolare».

«Poi», ha continuato, «sono state decretate altre sospensioni di attività che non sono state portate a termine in modo coerente e non vengono pienamente rispettate».

«Chiedo alle autorità sanitarie degli Stati ed ai governatori di contribuire prendendo le decisioni necessarie e ordinando gli interventi necessari affinché queste misure siano messe in atto», ha aggiunto.

«Non abbiamo ancora elementi che ci possano indicare come vanno le cose, perché non è passato abbastanza tempo. In alcuni Stati vediamo progressi, sono stati chiusi spazi pubblici e centri commerciali, ma nel nord del Paese molti stabilimenti sono ancora in funzione e spetta ai governi locali garantire il rispetto delle misure stabilite. Questo è un appello, dipendiamo tutti da voi».

López-Gatell ha sottolineato la necessità di scegliere liberamente di rimanere a casa e ha sottolineato che quando le persone sono obbligate a uscire minacciate dal datore di lavoro, chi realmente non rispetta le regole sono le aziende che applicano queste rappresaglie.

Per quanto riguarda la situazione sanitaria in Messico, José Luis Alomía, direttore di Epidemiologia, ha riferito che fino a ieri i casi positivi erano 4.291, 375 in più rispetto a venerdì scorso, 9.998 persone sono sotto osservazione e 21.277 sono risultate negative. Si sono verificati 273 decessi, di cui 154 in pazienti di età compresa tra 25 e 59 anni e 119 in persone di età pari o superiore ai 60 anni.

López-Gatell ha assicurato che anche dopo gli attacchi contro il personale sanitario che si occupa dei pazienti di Covid-19, il governo federale non prevede di militarizzare il Paese.

«Esiste un componente che è la sicurezza delle strutture, il trasporto delle forniture mediche, le strutture ospedaliere. Lavoriamo in coordinamento con la Guardia Nazionale e ci sono diversi elementi per garantire la sicurezza. Non esiste un piano per militarizzare il Paese», ha assicurato.

Il sottosegretario ha espresso rammarico per le aggressioni ricevute dagli operatori sanitari, poiché sono loro a proteggere i messicani dalla pandemia di coronavirus. «Siamo preoccupati e indignati per il fatto che il personale sanitario riceva attacchi, è allarmante che ci siano persone che stanno trasmettendo sentimenti diversi come la paura e la rabbia nei confronti del personale che le protegge».

A questo proposito, il ministero della Sicurezza ha annunciato che il Servizio federale di protezione (SPF) rafforzerà il personale dedicato a questi scopi.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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