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Italia, dopo la fine del confinamento non aumentano i contagi

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23 giugno 2020 (ore 9.07) - In Italia, dopo la riapertura delle attività a maggio non si è osservato un aumento dei casi di Covid-19. L'unica eccezione è la Lombardia, dove l'epidemia sta calando meno velocemente rispetto al periodo di confinamento e c'è stato un incremento della trasmissione del contagio del 13%.

È quanto emerge da uno studio dell'università Ca' Foscari di Venezia, in via di revisione e pubblicazione, e in parte anticipato durante la giornata di studio online “Modellistica e Covid”, organizzata dall'università di Trento.

«Il confronto dei dati ci mostra che solo in Lombardia c'è stato un aumento dei contagi rispetto a quanto atteso durante il lockdown, mentre nelle altre Regioni non ci sono state differenze significative o ci sono stati dei cali», ha spiegato Enrico Bertuzzo, coordinatore dello studio.

Per quanto riguarda le cause di questo fenomeno, secondo Bertuzzo potrebbero essere basate sulla «stagionalità e l'impatto del caldo sul virus, anche se non è così sicuro, visto che in questo momento in Messico e Brasile, dove non fa freddo, i contagi sono in crescita».

Oppure potrebbero essere collegati alla maggiore capacità di contenimento dei contagi da parte delle Regioni italiane, «perché adesso ci sono pochi casi. Ciò può spiegare perché non c'è stato un rimbalzo con la riapertura delle attività». Per quanto riguarda la Lombardia, «l'epidemia sta calando meno velocemente di quanto faceva durante il lockdown, rispetto a cui si registra un aumento dei contagi del 13%, probabilmente per l'incremento dei contatti con la riapertura».

«In questa regione» —ha proseguito— «essendoci il maggior numero di casi, l'isolamento è più difficile e la circolazione del virus è più sostenuta». I dati sembrano proseguire, aggiunge Lorenzo Mari del Politecnico di Milano, uno dei ricercatori, «con la discesa e non ci sono state esplosioni generalizzate dopo la riapertura delle attività».

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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